Il 28 maggio è uscito “Blue”, il nuovo album dei Boetti. Il duo mette in musica la propria visione del mondo, una critica della società in chiave rock, a volte punk, e a tratti pop.
Boetti – Blue
“Blue” è un viaggio tra le storie della società. Sembra quasi un concept album che si apre con un viaggio a “Loreto” e si conclude con un “Basta“, e la voglia di rivoluzionare il mondo. I Boetti giocano con i suoni, ma mantengono un’attitudine che si potrebbe definire “punk”. Non solo per il sound, ma per questa voglia di denunciare la società in cui viviamo. Questo sbattere in faccia all’ascoltatore la crudele realtà.
Tra i brani più degni di nota segnaliamo “Golden Boy”. Il sound è più pop rock, ma il testo è favoloso. In questo ritmo allegro i Boetti non te la mandano a dire e descrivono la società in tutta la sua superficialità.
Altrettanto interessante è proprio “Loreto”. Qui siamo di fronte a un brano punk rock che ci ricorda le serate in spiaggia del 2011, quando giravamo per i concerti punk underground della nostra regione. Essendo marchigiane, non può passare indifferente una canzone con questo titolo.
Non è da meno “Agosto Blue”. Qui il ritmo cambia, si passa a quel rock ripetitivo, aggressivo e arrabbiato. Uno sfogo in musica dei Boetti.
La conclusione di tutto “Basta” non ci dispiace affatto sia per il sound che per il concetto. La perfetta canzone con cui concludere un album. Nonostante la parola “basta” racchiuda un concetto di fine, in questo brano noi percepiamo un nuovo inizio carico di speranza.
«“Blue” è uno stato d’animo. Tutto quello che Damiano e Meti singolarmente non sarebbero riusciti a raccontare delle loro vite. Storie di solitudini, provincialismi e precarietà. “Blue” è un disturbo ossessivo compulsivo, sentirsi doppio, plurale. È malata precisione, la scrittura, dermatite, colpi sulla batteria che diventano acufene».
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