Il nome di Kevin Lyman per gli appassionati di punk e pop-punk non è certamente nuovo. Di chi si tratta? Semplicemente del fondatore del Warped Tour. Proprio così: il Festival itinerante che per ben 24 anni ha attraversato gli Stati Uniti da una costa all’altra ospitando decine di migliaia di band, diventando un vero e proprio culto per gli adolescenti americani e non solo. Noi ci siamo state un paio di anni fa, per l’ultimo anno del festival, ma questa è un’altra storia che vi abbiamo raccontato qui. Adesso è tempo di parlarvi della nostra intervista all’uomo che ha reso possibili i sogni e i ricordi migliori di persone da tutto il mondo!
Intervista a Kevin Lyman
Benvenuto su Brainstorming Magazine, è un onore per noi! Vogliamo partire da una domanda ovvia: quali sono le regole base per mettere in piedi un festival come il Warped Tour?
Penso di aver imparato presto di assicurarsi di aver ingaggiato le band principali prima di tutto. Fare una lista delle venti band che penso i fan vogliano vedere di più. Una volta che ne ho ingaggiate una decina, posso iniziare ad ampliare e ingaggiare una line up diversa. Dopo le trattative con le prime dieci band, più o meno sai quanto budget ti rimane per tutto il resto.
Hai fondato il Warped Tour più di 25 anni fa. Molte cose sono cambiate: l’industria musicale, le regole per organizzare grandi eventi, le band e ovviamente le generazioni! Come ti sei adattato ai cambiamenti senza snaturare il tuo concetto iniziale?
Ho sempre provato a rendere omaggio al passato ma guardando al futuro. Essere in contatto con i fan, nel bene e nel male è stato importante. Devi realizzare che non tutti saranno felici delle tue scelte ma devi conviverci.
Il Warped Tour è cresciuto negli anni. Qual è il tuo segreto per farlo crescere? C’è stato un momento in cui hai sentito di non avere più nuove idee?
Verso la fine sentivo di aver fatto tutto il possibile con il progetto. Venticinque anni sono stati un lungo periodo e stavo iniziando a diventare esaurito da tutto il processo. Mi è piaciuto per 24 dei 25 anni.
Music & Marketing. Your festivals are the best in integrating brands into the music experience. We can say that you were doing marketing before the world knew it, as you started doing it from the beginning! How did it go? Were you contacted by the sponsor the first time?
Musica e Marketing. I tuoi festival sono i migliori nell’integrare i brand nell’esperienza live. Possiamo dire che hai fatto marketing prima ancora che il mondo lo sapesse, hai iniziato a farlo dall’inizio! Com’è andata? Sei stato contattato dagli sponsor la prima volta?
Ho capito che i brands volevano una connessione reale con la musica. Usare gran parte dei fondi e commutarli per mantenere il prezzo accessibile e per includere le band che volevano essere nelle loro campagne, poteva essere una combinazione vincente.
Le band sono state compensate quindi immagino che guardando indietro fosse una prima dorma di “influencer marketing”.
Senza il supporto dei brands non ci sarebbe stato nessun tour.
All’inizio avevo alcuni amici che lavoravano con delle compagnie che erano disposti ad aiutarmi e supportare l’idea del Warped e darmi una chance.
Il Warped Tour è una sorta di monumento nell’estate degli adolescenti americani. Come ti senti sapendo che molte persone sono cresciute aspettando l’estate per andare al Warped vedendo le loro band preferite con tutti i loro amici? E’ qualcosa che rimane nei ricordi delle persone per sempre, ha anche ispirato molte canzoni…
Mi sono divertito molto con il mio podcast “My Warped Life”, sentendo le storie delle persone su come il tour li abbia ispirati ad uscire ed anche essere coinvolti in un’attività commerciale, o lavorare con un ente di beneficenza nella loro zona o sostenerne uno hanno conosciuto al Warped.
Durante i miei viaggi estivi ho incontrato molte persone che, una volta che abbiamo iniziato a parlare, avevano storie sul partecipare ad uno dei mie festival e come in piccoli modi abbia avuto effetti sulle loro vite. Ho incontrato una coppia che mi ha detto di essersi incontrata ad una data del festival e mi hanno fatto conoscere i loro due bambini.
Sei un Professore alla Thornton School of Music dell’Università del South California. Come ti trovi in questo ruolo? Cosa stai provando ad insegnare ai tuoi studenti?
Immagino di essere sempre stato un insegnante in qualche modo. Insegnare alle band come andare in tour, ai brands come creare una connessione genuina, dare alle persone l’opportunità di lavorare nel loro primo tour e molte volte dando a giovani giornalisti l’opportunità di fare interviste al loro primo festival.
Concentrarmi su un gruppo di 100 studenti all’anno e provare a mostrare loro che puoi fare del bene e fare anche dei buoni affari è una cosa abbastanza gratificante. Sono ispirato da molti dei miei studenti e penso che abbiamo una speranza per il futuro. Penso veramente che sia ora di togliersi di mezzo e lasciare che loro gestiscano le cose!
Vedo il nostro Stato governato da ignoranza e paura, questo permette a pochi vecchi bianchi signori di manipolare le masse… questo è un altro argomento e forse riguarda un’altra intervista, ma l’industria della musica è stata un microcosmo della società e sta iniziando a cambiare.
Nel tuo team di lavoro all’interno del Kevin Lyman Group lavori con molte donne. Pensi che il mondo della musica si stia aprendo di più nel dare alle donne ruoli importanti?
Ho sempre creduto nel trovare le persone migliori con cui lavorare e molte di quelle che ho trovato essere le migliori erano donne. Quando assisto ad altri tour o festival e vedo donne che hanno iniziato la loro carriera con me, mi fa sentire di aver lasciato un segno duraturo in un’attività che ho amato.
Non sono mai stato un membro del “good old boys club” del music business e per me andava bene. Penso veramente che i muri rimasti stanno cominciando a venire giù ed è giunto il momento.
Quali sono le band più divertenti con cui hai lavorato negli anni?
Non c’è mai stata una band più divertente dei primi Blink182, ma i miei momenti più divertenti sono stati con i Red Hot Chili Peppers.
E un artista che avresti voluto portare al Warped ma non ci sei mai riuscito?
Ho provato ad avere Avril Lavigne per un paio di anni. Volevo anche i Twenty One Pilots e ce l’avevo fatta ad un certo punto, fino a che il loro agente non li ha tirati fuori. Quindi solo un paio.
C’è ancora qualcosa che vuoi ottenere nella tua vita?
Sembro essere più impegnato che mai al momento. Tra l’insegnamento, il mio podcast, il giardinaggio e capire chi sono i tuoi veri amici, non solo quelli che ti stavano vicino quando gli facevi fare soldi, il mio tempo è abbastanza pieno.
In più sto producendo diversi eventi per altri. Variano dal recupero di un evento a Las Vegas, ad un “Tributo agli scienziati”, che hanno sviluppato il vaccino anti Covid in California ad un progetto sulla consapevolezza dei cambiamenti climatici nelle Isole Azzorre la prossima estate.
Dico sempre ai miei studenti che l’unica cosa che si finisce per esaurire se hai vissuto una vita a pieno è il tempo, quindi di usarlo al massimo!
L’ultima domanda: qual è la cosa migliore che la musica ti ha insegnato nel corso degli anni?
Anche se ti può non piacere un certo tipo di musica, se tocca il cuore di qualcuno tanto quanto il punk rock ha fatto con me, non sta a te giudicarlo o criticarlo!