E’ uscito il 27 agosto “Shampoo alla Camomilla”, il nuovo singolo di Tommaso La Notte. Un brano romantico che si muove tra uno stile urban e l’indie pop. Ritmi accattivanti per raccontare una storia finita e il dolore che si prova nel vedere il proprio amore tra le braccia di un altro.
Tommaso La Notte – Shampoo alla Camomilla
“Shampoo alla Camomilla” si muove attraverso immagini di vita quotidiana e richiami alla cultura pop, uno stile che ci ricorda molto i Pinguini Tattici Nucleari.
Tommaso La Notte rosso come il sole, ma sempre ispirato dal buio delle notti insonni.
“Brucia il sole, brucia il petto dopo questo Gin, ti ho cercata tutta sera ma non eri qui”. Inizia con questa frase la canzone. La storia che viene raccontata è la più gettonata da quando esiste la poesia e l’arte in generale: l’amante che si dispera per essere stato abbandonato dall’amata.
Non siamo nell’antica Roma e l’autore non è Catullo, in questo pezzo si parla di Gin Tonic, locali, una città, della notte. Il collante di tutte le canzoni di Tommaso La Notte è proprio la notte, che in questo pezzo assume i contorni di una festa. Mentre il buio cala sulla città e si fa sempre più oscuro, il pensiero di lei – che originariamente faceva soffrire il protagonista – inizia ad addolcirsi, complice l’alcool. Da essere una serata iniziata sobri e turbati, alla fine non si ha timore di ballare e urlare per strada in un’altra notte in giro per la città a divertirsi e ricordare con leggerezza le piccole peculiarità di lei.
“Mi chiamo Tommaso La Notte. Questo è il mio nome, il mio nome d’arte e il motivo della mia insonnia. Ho passato gli ultimi anni di liceo classico a Giovinazzo studiando nei ritagli di tempo, dormendo il pomeriggio e scrivendo canzoni la notte. Ora che studio Filosofia a Torino di pomeriggio è il momento giusto per pubblicare le canzoni di questi ultimi anni mentre scrivo ancora, stranamente di mattina. Quando non scrivo leggo libri di prosa e di poesia che mi piace citare nelle mie canzoni: provo un fascino particolare per chi ha sempre vissuto conflittualmente il rapporto con il proprio tempo”.
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