Machine Gun Kelly è diventato un volto noto della musica da quando, con l’aiuto di Travis Barker, si è dedicato al pop punk. La sua carriera è iniziata come giovane rapper, ma dopo aver ricevuto pesanti critiche dal suo idolo Eminem ha ripiegato su un altro genere e un’altra immagine di sé. La vena da rapper pronto a far la guerra con chiunque non è mai svanita.
Machine Gun Kelly vs chiunque capiti
In questi giorni non c’è magazine di musica che non abbia detto la sua sull’ultima litigata di Machine Gun Kelly. Tutto è iniziato, apparentemente, al Riot Fest (già, nel resto del mondo ci sono concerti normali) quando MGK, durante la sua esibizione, ha ringraziato il pubblico per aver scelto di essere lì da lui e non sotto il palco degli Slipknot. Il tutto ovviamente è stato detto infamando e prendendo in giro la nota band.
Non è finita qui. La litigata è continuata su Twitter fino alla risposta di Corey Taylor degli Slipknot. Il frontman della band ha definito Machine Gun Kelly un ragazzino per aver spiattellato ai quattro venti questioni private. Corey ha anche pubblicato un paio di email scambiate con Travis su una sua possibile parte all’interno del disco di MGK.
Un riassunto molto veloce dell’accaduto. Alla luce di tutto questo il primo commento che ci viene da fare è che tutto questo è davvero poco punk rock e troppo da rapper. La musica di Machine Gun Kelly ci piace, ma solo perché è stata costruita a tavolino. Fatta apposta per i millenials come noi. Fatta per i nostalgici dei Blink, dei Sum e di tutto quel filone.
A parte Travis Barker, Machine Gun Kelly non ha niente da punk rocker. Infatti sono divertenti tutti i commenti sotto i suoi post. La maggior parte delle persone non crede alla sua spinta “naturale” al punk rock. “Non sapevi fare il rapper e quando ti ha risposto Eminem sei passato al punk rock. Ora dopo la risposta di Corey cosa farai? Il cantante country?”, questi sono i messaggi medi che si trovano nella sua pagina.
Machine Gun Kelly è un personaggio troppo costruito che va dove si sposta il vento. Nella sua vena probabilmente c’è davvero il rap, ma sapeva bene che in quel settore non avrebbe mai sfondato. Un viso carino, la voglia di fare il rivoluzionario e l’età giusta. Travis Barker ha visto in lui il prodotto perfetto per rilanciare il suo genere musicale.
Speravamo che MGK riportasse in auge il punk rock spingendo altri artisti a cimentarsi nel genere, purtroppo l’unico risultato che vediamo è stato trasformare il nostro genere in una barzelletta. Il punk rock dovrebbe essere suonato dagli amanti del genere, non da un rapper che non ce l’ha fatta.
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