Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Sebaa in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo Happy Gospel (fuori per Waves Music Agency), un nuovo capitolo che ci avvicina all’uscita dell’EP di debutto Butterfly Radio. Happy Gospel raccoglie i primi minuti di quello che sarà un mondo stratificato e complesso di influenze, rigorosamente senza genere. Sebaa è dunque un rapper atipico: la musica diventa uno strumento per dire la propria, un esercizio di stile per migliorarsi.
Sebaa intervista
Quanti genere convivono in Butterfly Radio?
Abbastanza direi, c’è il rap in varie sfaccettature da quello più classic alla trap al soul rap, c’è del soul, c’è dell’Rn’B, c’è dell’house e c’è del pop. Un bel mescolone direi, ma credo che alla fine tutto trovi il suo senso e il suo post.
In che modo Happy Gospel è il modo migliore per iniziare ad addentrarci nell’immaginario di questo nuovo EP che sta per uscire?
Happy Gospel è rapido, carismatico e immediato. E’ un flusso di coscienza barre e incastri perfetto per aprire le danze e soprattutto è cartina tornasole della passione che ci metto.
Qual è la tua formazione musicale? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
Non essendo nato in una famiglia con particolari interessi musicali mi sono appassionato fin da piccolino al rap ricordo a 9 anni di aver ascoltato Marracash ed essermi innamorato del genere, il mio primo rapper americano è stato Nas ma un guilty pleasure sono sempre stati i Nirvana, non so per quale motivo ma se c’è un qualcosa di inaspettato sono loro devo ammettere di saper zero dei generi al di fuori della black music, ma col tempo sto recuperando.
Quali sono i tre dischi che sono fondamentali per la tua formazione?
Blueprint di Jay-Z, Swimming di Mac Miller e To pimp a Butterfly di Kendrick Lamar. Me ne hai chiesti 3 ma potrei dirtene almeno 30 è veramente tosta scegliere.
Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perché?
Un Gin Tonic credo, banale ma bevo solo quello.
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