Il mese di settembre si apre con “TG”, l’ultimo capitolo del trittico di Blumosso. Un brano dal sapore di malinconia, chiusura e contemporaneamente rinascita. Spesso i proverbi hanno ragione: chiusa una porta, si apre un portone. Il cantautore ha chiuso questo capitolo in grande stile.
Blumosso – TG
Una ballad senza tempo su cui lasciarsi cullare. Blumosso nell’ultima parte del suo trittico ci porta in un viaggio tra le piccole cose. Corriamo di fretta e furia da una parte all’altra perdendo di vista l’importanza di un caffè in compagnia o delle carezze a un cane. “TG” è una riaffermazione del qui e ora, è un rallentare e ricordarci di quanto sono importanti quei dettagli che circondano. Blumosso, come tanti artisti della Luppolo Dischi, è un poeta più che un cantante. I suoi testi arrivano all’anima, non solo alle orecchie.
“Apologia delle piccole cose che rendono dense le nostre giornate da scrutatori, impegnati a contare i secondi alle lancette per rinfacciare al tempo la sua solita puntualità – che è sempre tale quando non deve esserla.
Omelia per i piatti da lavare, per l’immondizia da buttare e per i panni da stendere, peana senza pretese per chi di pretese ne ha sempre avute troppe, epitaffio di sogni che in claustrofobici cassetti non sanno proprio più stare – preferiscono il rumore del mare.
Liberazione da quella smania di tutto che è ormai voglia di niente, catarsi riuscita di un tempo che adesso ‘ne avanza’! In mezzo alla tempesta, tra i rovi del nostro nido posticcio – ma casa è pur sempre casa – trovare ogni sera la conferma del nostro esserci, sempre diversi e sempre gli stessi: accendere un televisore e farsi raccontare dal TG che oggi è già domani, domani è uguale a ieri.
Tirare un sospiro di sollievo per quello che resta, che è poco se non niente, che è tutto e tanto basta. Finalmente”.
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