L’8 ottobre è uscito “Emily Norton” di Trunchell, Etc. Un brano che racconta la storia di questa famiglia in una chiave cruda e molto realistica realtà. Il rapper vuole esorcizzare la paura affrontandola a muso duro.
Emily Norton – Trunchell, Etc.
Intriso di barre cupe, esplicite e brutali, avvolte da un flow potente ed incisivo che si staglia su una produzione rap-rock oscura – curata da Gaedi -, densa di suspense, di inquietudine e volutamente statica e iterativa, il brano attinge alla famiglia londinese dei Norton, nota come “La famiglia del Diavolo”, per dare un volto alla follia, alla violenza, e così riconoscerla, facendo i conti con sé stessi e con le proprie zone d’ombra – «non so distinguere se bacia o se morde» -.
Emblema di pazzia e brutalità. La storia dei Norton viene presa in prestito dall’artista per le affinità temporali tra l’epoca vittoriana, in cui la famiglia è vissuta, ed il momento storico in cui ci troviamo oggi. Un riuscito parallelismo tra passato e presente che porta l’ascoltatore a riflettere sull’ambivalenza di un mondo tanto evoluto quanto intinto di atrocità.
«”Emily Norton” – dichiara Trunchell, Etc. – è un pezzo nato con l’intento di spiegare cos’è il male, in modo che tutti, o quasi, possano comprenderlo. Credo si tratti di un concetto molto complicato da esplicare a parole, per questo mi sono servito di simboli, concetti, perché li ritengo la più diretta forma di espressione. Questo è un brano cupo, violento, ma al tempo stesso lascia spazio a metafore e giochi di parole. Fa riferimento alla famiglia Norton, conosciuta storicamente per la pazzia e la malvagità dei suoi componenti e la protagonista del racconto, Emily Norton, viene descritta come paranoica, malvagia e crudele; volevo esorcizzare questo male e dargli un volto. Molti credono che il diavolo non sia reale. Io gli ho dato un’identità per far capire loro che lo è. Ed è molto più umano di quanto possano pensare».
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