Luciano Torri: “Moby è nato dalla brezza di mare”

Il 7 ottobre è uscito “Moby”, il nuovo singolo di Luciano Torri. Dopo l’esordio con “Giocare” e la conferma di “Mood”, il cantautore ligure torna a disegnare percorsi alternativi alla noia del pop offrendo un nuovo concentrato di saggezza a basso costo e poesia popolare.

luciano torri

 

Luciano Torri intervista

Ciao Luciano, per prima cosa: come stai, e come stai vivendo questo bel ritorno con “Moby”?

Ciao ragazzi! Beh diciamo che fra alti e bassi ora sono senza dubbio nel punto di massima. Veder uscir di casa una canzone che racchiude in se ricordi e capricci di un’estate è una grossa soddisfazione. Tutto questo non toglie spazio all’ansia che accompagna ogni uscita, ma è un fastidio buono che accolgo volentieri poiché lo avverto solitamente nel momento in cui ricomincio a camminare dopo un periodo di “sonno”. A condire il tutto l’immancabile adrenalina, spesso preludio di concerti allegri e spensierati come piace a noi.

Penso al titolo del tuo brano, e mi vengono in mente tante cose: “Moby”, però, cosa rappresenta per te? E perché hai scelto proprio questo titolo per il tuo terzo singolo?

Nonostante io sia una persona che tende a rimuginare su ogni singolo dettaglio Moby è nato dalla brezza di mare affrontata dalla prua dell’omonima nave durante il viaggio di ritorno da una vacanza in Sardegna. Avevo bisogno di “pesante disimpegno”, un bisogno che ho preso il vizio di trascurare credendolo inutile, non produttivo, non vero. Grazie ad un accenno di vita rilassata ho invece riscoperto la tanto scontata e ricercata spensieratezza tradotta poi in una canzone randagia, senza velleità di nessun tipo, con la sola volontà di gridare la propria libertà.

A livello musicale, sembri essere figlio di contaminazioni plurime, che vanno dal folk con influenze sudamericane al rock, senza perdere un certo tipo di approccio alla scrittura fortemente autorale. Quali sono le radici musicali di Luciano Torri?

Non nascondo che il fatto di apprezzare la musica a 360° ed esserne influenzato non abbia in qualche modo lasciatomi interrogativi nel tempo e un forte disorientamento per quanto riguarda la mia superflua doverizzazione di cercare un’identità artistica solida ed esserne fedele. Magari in futuro verrà fuori ma in questo periodo della mia vita sento il desiderio di essere liquido. Ho iniziato da chitarrista classico, passando per il canto lirico e corale, facendo una sosta nel prog rock con la mia attuale band, sono finito a raccontar di me attraverso tutto il raccolto di questo frutteto eterogeneo che ha generato il Luciano Torri che state ascoltando.

Senti, nel brano si respira un forte desiderio di libertà e di “evasione”; insomma, sembra quasi che “Moby” rappresenti una reazione al presente, nel modo più veemente e creativo possibile. E’ così? Come hai vissuto/stai vivendo questa pandemia, e quanto credi che “ne usciremo migliori” per davvero?

Sono felice nel notare che il messaggio sia chiaro e viene origliato senza l’ausilio della logica. Grazie!
Ebbene sì! Questo brano è nato dall’ispirazione di un viaggio ma l’ho ultimato durante la pandemia. Rappresenta, per quanto riguarda la mia sfera personale, il simbolo di una reazione volontaria nei confronti di un’opprimente stato di angoscia che tutti abbiamo sperimentato e spero imparato a gestire.
Come tutti ho dovuto riconoscere in me i difetti che tenevano al guinzaglio la mia emotività. Ho capito che non era solo un lockdown a rendermi prigioniero bensì la gestione della mia vita, sia nelle piccole che nelle grandi cose. Ridestare la mia volontà attraverso piccoli aspetti da rispettare come la programmazione della mia vita quotidiana musicale e non, con una dose di buona meditazione.
Ho capito che l’appetito vien mangiando, il sonno vien dormendo e la vita vien vivendo.

Scegli tre dischi che salveresti dall’apocalisse e che in qualche modo raccontano chi sei.

Domanda tostissima.. vi sto un po’ odiando hahaha. Ci provo.
Beh i dischi sempreverdi che continuano a soddisfarmi sono:
Born And Raised di John Mayer
Wilder Mind dei Mumford & Sons
Ed infine immancabile A Casa Tutto Bene di Brunori Sas.

Ultima domanda di rito. Se dovessi associare il tuo brano ad un cocktail, quale sarebbe?

Mmmh, Moscow Mule, io dico!

 
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