“Gli Invisibili”, il primo EP di Marco Scaramuzza, è disponibile su tutte le piattaforme di ascolto digitale dall’autunno 2021. Quattro brani in cui il testo e la voce vengono messi in primo piano, parlando all’orecchio di anime salve e fiori nascosti.
Marco Scaramuzza – Gli Invisibili
Benvenuto su Brainstorming Mag, Marco! Senti, trovaci tre aggettivi (solo tre!) che ti sappiano descrivere. Difficile, ma possibile!
Ciao belli! Direi sensibile, ipocondriaco e ansioso. Poi ovviamente tutti quelli positivi del vocabolario.
Da dove parte Marco? Sicuramente da Venezia, ma poi leggendo le tue informazioni personali scopriamo che hai viaggiato, e parecchio… quanto fa parte il viaggiare del tuo stile di scrittura? Quanto ti lasci influenzare da ciò che ti circonda?
Si penso che viaggiare per la mia scrittura sia fondamentale, ho bisogno di conoscere, di incontrare nuovi stimoli e nuove persone. Nell’ultimo anno e mezzo infatti ho sofferto molto il divieto di spostamento, mi sentivo imprigionato e la scrittura sicuramente ne ha risentito.
Ciò che mi circonda mi influenza in maniera enorme. Persone, energie, oggetti, odori, sapori e luoghi.
Ti ricordi la prima volta che hai preso in mano uno strumento?
Nel 2017 durante una vacanza in barca a vela che mi era stata regalata, assieme ad altri giovani ragazzi, da Aldo Revello, famoso Skipper Spezzino che ricordo con tanto affetto, con il semplice obbiettivo di far capire la bellezza del mare. Durante l’attraversata notturna ero a prua che osservavo la magia del cielo e del mare, ho preso in mano una chitarra senza saperla suonare per creare dei suoni che potessero accompagnare quel mio momento e mi è venuto spontaneo cantare delle parole, il suono delle sole corde non mi bastava. Così è nata la mia prima canzone che si intitola “La Luna” e uscirà nel mio prossimo progetto musicale.
“Gli invisibili” è il titolo del tuo primo EP. Ce ne parli un po’?
“Gli Invisibili” è stato semplicemente il modo più naturale per presentarmi con verità, senza cercare di nascondere o manomettere le imperfezioni che ogni persona si porta a spasso per la vita.
Questo Ep è un dialogo tra amici, un abbraccio di comprensione, un invito alla partenza e al coraggio di non giudicarsi, accettandosi con le proprie forze e per le proprie debolezze.
Pensa al destinatario ideale del tuo lavoro. Come te lo immagini, se te lo immagini?
Immagino una persona che abbia voglia di ascoltare quindi potenzialmente tutti e nessuno.
Immagino il ragazzino in piena crisi adolescenziale come il senzatetto che regala una rosa ad una bella donna in vestito elegante.
“Gli invisibili” ricordano un po’ “gli ultimi” di De André. Che direzione pensi che abbia preso negli ultimi anni la canzone d’autore? Penso che si stia seguendo un po’ troppo la moda del momento senza dar ascolto a ciò che si vuole dire veramente, dovrebbe far male no?
Siamo una società che ha poco tempo e poca attenzione ma penso che la canzone d’autore stia tornando a farsi sentire. C’è bisogno di verità.
Tra i brani ci ha colpito molto “Libero”, forse proprio per la libertà che non solo canti e racconti nel brano, ma “vivi” musicalmente sul ritornello, cantandolo in un certo modo. La domanda è: nell’era dei dosaggi giusti, cosa serve secondo te per scrivere una bella canzone? Ormai sembra che tutti vogliano seguire “le regole del buon prodotto”…
Si penso che si stiano seguendo le regole del buon prodotto. Per scrivere una bella canzone ci vuole la voglia di voler donare senza piegarsi appunto a schemi imposti. Un po’ come un disegno a mano libera.
Tre dischi che salveresti dalla fine del mondo.
“Henna” di Lucio dalla – “ A casa tutto bene” di Brunori Sas – “Hozier” di Hozier
Ultima domanda di rito: associa ognuno dei quattro brani dell’EP ad un cocktail. Facci ubriacare di bellezza!
Rosa: Vino rosso – Libero: Piña Colada – L’Orto: Moscow Mule – Cuore Di Plastica: Gin Tonic (con gin buono)
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