Il 13 settembre è uscito “Ciclope”, il nuovo singolo di Marte. Un brano dissacrante, cinico, a tratti ironico, che
MARTE ha messo in musica raccontando, attraverso immagini e suoni, come l’amore spesso renda la nostra visione completamente alterata.
Marte intervista
Ciao Marte, iniziamo parlando del tuo nuovo singolo. Com’è nato “Ciclope”?
Ero in studio con il mio produttore di sempre Fulvio Masini, stavamo facendo un brainstorming di giochi di parole e piano piano viene fuori il testo di Ciclope, messo in musica pochi giorni dopo. Questa canzone è nata con l’intento di raccontare una serie di avvenimenti passati che io e i miei amici abbiamo in comune sul fronte amoroso. Mi
piace definirla così: Ciclope è una lamentela nei confronti di Cupido che ha davvero “una mira di merda”.
Quali sono gli artisti che hanno influenzato il tuo sound?
Ho sempre ascoltato musica di carattere internazionale fino da bambina e il mio intento è quello di portare quelle sonorità in quello che scrivo.
Ho metabolizzato talmente tanta musica diversa in questi anni che non so nemmeno io di preciso quali possano essere gli artisti che mi hanno influenzata di più. Quello che posso dire è che sono un amante del super pop, come lo definisco io, con una passione sfrenata per Lady Gaga.
Leggiamo nella tua bio che hai girato il mondo, ma alla fine sei tornata a casa. Com’è stato il tuo periodo a New York?
Decisamente l’esperienza che più ha delineato il mio modo di essere e anche di scrivere musica, non a caso cerco di portare le fascinazioni musicali d’oltreoceano nelle mie canzoni. A New York ho studiato, ho suonato per strada, ho girato da sola pressoché ovunque e ho fatto esperienze di vita incredibili. Una delle serate più incredibili della mia vita è stata proprio a Times Square dopo uno spettacolo a Broadway, a testa in su a fissare le luci della città fino alla mattina.
Musica in Italia e nel resto del mondo. Qual è per te la differenza più grande?
L’abitudine. All’estero ho sempre constatato un grande rispetto verso gli artisti e nello specifico i musicisti. Sono sempre stata in grandi città dove la presenza dei buskers in ogni angolo della città è la quotidianità e le persone sono abituate ad essere abbracciate dalla musica di mille artisti pressoché in ogni dove. Ci sono concerti a tutte le ore del giorno e della notte e questo caratterizza la musica come parte irrinunciabile della vita delle persone.
Tre canzoni che ti hanno cambiato la vita:
Mojo Pin di Jeff Buckley, With a Little Help From my Friend dei Beatles e White Rabbit dei Jefferson Airplanes. (Gli ascolti adolescenziali che mi hanno fatto spesso sognare di poter diventare una rockstar)
Ultima domanda: se ti dovessi descrivere con un cocktail o una bevanda, quale sarebbe e perché?
I miei amici dicono che sono pessima a scegliere da bere e soprattutto credo di essere astemia visto che con uno Spritz sto felice tutta la sera. Quindi opterò per un analcolico per descrivermi: succo all’ace, bilanciamento tra l’acidità del limone, la dolcezza della carota e la decisione dell’arancia.
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