Qualche settimana fa vi abbiamo parlato di “Festivalbar” il nuovo singolo di Mosé Santamaria, oggi sarà lui a presentarsi al mondo. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’artista ed ecco cosa è uscito fuori.
Mosé Santamaria intervista
Ciao Mosè, è uscito da poco “Festivalbar”. Come è nato questo brano?
Forse in un bar sulla spiaggia, forse in macchina, forse parlando con Dio… Perché seduto in quel caffè io non pensavo a te…
Abbiamo avuto il piacere di intervistarti qualche mese fa, in occasione della pubblicazione di “Occhi Nudi”. Cosa è cambiato da quel giorno?
Mi interessa semplicemente comporre e scrivere lasciando che la musica faccia il suo percorso. La mia radio è l’universo.
L’altra volta abbiamo parlato delle difficoltà legate alla pandemia e purtroppo non è cambiato molto. Visto i recenti sviluppi, se potessi parlare con i rappresentanti del governo italiano cosa gli diresti?
Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos’è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Tra i governanti
Quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese devastato dal dolore
Ma non vi danno un po’ di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
No cambierà, forse cambierà
Ma come scusare
Le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali
Me ne vergogno un poco e mi fa male
Vedere un uomo come un animale
Non cambierà, non cambierà
Sì che cambierà, vedrai che cambierà
Si può sperare
Che il mondo torni a quote più normali
possa contemplare il cielo e i fiori
Che non si parli più di dittature
Se avremo ancora un po’ da vivere
La primavera intanto tarda ad arrivare
Tornando alla musica: quale delle tue canzoni dedicheresti a te stesso e perché?
“Mine Vaganti”, perché è una canzone che parla di risveglio dell’anima. Dell’essere anima e indossare consapevolmente una personalità integra e non più quindi essere in balia di tanti frammenti di piccoli Io.
Consiglia a chi ancora non ti conosce un tuo brano per farlo innamorare della tua musica.
La scelta forse è un po’ ovvia, ma dirò “Festivalbar”!