Il 26 ottobre è uscito “Gironi”, il nuovo singolo di Aggie. L’artista rifugge dalla categorizzazione in un solo genere musicale preimpostato. Il suo nuovo brano ne è un’ulteriore riprova: siamo di fronte a un pezzo rap urlato, breve e d’impatto, che lascia quasi senza fiato.
Aggie intervista
Ciao Aggie, è uscito da poco il tuo nuovo singolo. Dicci qualcosa di più a riguardo, come è nato? Cosa ti ha ispirato la creazione di questo brano?
Il pezzo è nato da una collaborazione con Light D’Orange, circa un annetto fa quando ci siamo conosciuti. Il beat di Gironi è forse il primo beat suo che avevo sentito di sfuggita un giorno, e ricordo che lo avevo “bullizzato” dicendogli che non si capiva bene che genere fosse. Mesi dopo, ascoltando assieme alcuni dei suoi progetti per sceglierne uno con cui fare una collaborazione, ho finito proprio per scegliere quel beat per cui lo avevo preso in giro. Aveva qualcosa di angosciante e violento, che mi ha fatto immediatamente pensare che urlarci sopra sarebbe stato un connubio perfetto.
Come ti sei avvicinata al mondo musicale? Cos’è per te la musica?
La musica è da sempre il mio rifugio, il mio modo di staccarmi da ciò che mi sta attorno e spostarmi in una realtà tutta mia in cui tutto è fatto su misura per me. Sono sempre stata esposta alla musica nella mia famiglia, e quando ero piccola i miei genitori mi hanno proposto di iscrivermi a una scuola di musica per studiare pianoforte; lì ho capito quanto questa disciplina mi venisse naturale, e ho continuato a studiare strumenti diversi crescendo.
Tre canzoni che hanno influenzato drasticamente la tua vita?
Man in the Mirror di Michael Jackson, Welcome to the Black Parade dei My Chemical Romance e Car Radio dei Twenty One Pilots.
Come hai vissuto questo periodo di pandemia?
Nella prima ondata ero ancora a casa coi miei genitori, e nel complesso ce la siamo vissuta bene; ho prodotto due dei quattro pezzi che ho pubblicato fino ad ora ed è stata un’ottima occasione per darmi dello spazio creativo. La seconda ondata me la sono vissuta un po’ male perché nel frattempo sono andata a vivere da sola, e dopo la libertà dell’estate ho sentito la ricaduta in modo molto pesante quando siamo dovuti tornare in lockdown. Più di tutto mi mancavano i concerti, la musica e stare in mezzo alla gente.
Ultima domanda: se dovessi descriverti con un cocktail o una bevanda, quale sarebbe e perché?
Ussh. Penso che andrò con il Negroni sbagliato; perché è un perfetto bilanciamento tra lo spumante, la mia parte dolce e frizzante, e Campari e vermouth, dal sapore intenso e amaro. Un cocktail forte, da occasione, e il mio preferito.
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