E’ uscito il 27 settembre “Crazy Trip”, il primo album in studio dei Magic Jukebox. Il titolo è profetico perché ascoltando i brani si viene catapultati direttamente negli anni ’70, più precisamente nel periodo della nascita del punk. Non punk rock, ma punk quello dei The Clash e dei Sex Pistols.
Magic Jukebox – Crazy Trip
Leggendo la loro biografia non ci sorprende che il primo album in studio abbia queste sonorità. Il trio è nato negli anni 70′ e ha fatto sua la musica di quel periodo. Quindici canzoni di un bel punk energico e senza nessuna influenza dalla modernità, dall’elettronica o da altri generi e strumenti in voga in questo periodo. I Magic Jukebox sanno quello che fanno e lo sanno fare bene, ma il rischio qual è? Che alla fine non si ascolta niente di nuovo, tutto “Crazy Trip” suona quasi come un tributo a quel periodo storico e a quelle band che, appunto, hanno fatto la storia. Si ascolta con estremo piacere, ma una volta finito non rimane molto ma solo una sensazione di già sentito.
I brani, come abbiamo detto, si muovono principalmente nel sound punk degli anni ’70 ma ci sono delle eccezioni come “Black Cat” e “Haunted House” che mescolano un po’ di punk al rock’n’roll degli anni ’60. Questi sono i due brani, a nostro parere, più degni di nota.
L’album è rigorosamente DIY, ad eccezione della distribuzione digitale che avverrà per Cia-or Records. La band ha voluto la partecipazione di grandi ospiti come Sal Rinella (VIBORAS)- Bruno Zocca ( Pacino , Criminal Tango, Aldo Tagliapietra)- Roberto Brussato (Hermanos).
Il video singolo “Animal Desire” pubblicato in aprile per la regia di Tobia Berti, ha anticipato l’uscita del disco.
Leggi anche —> Intervista Marco Germani: una vita in musica