E’ uscito il 18 novembre “Demoni”, il nuovo album de La Belle Epoque. Dopo due singoli – “Tutto quello che saremo” e “Ad un passo dalla luna” – a fare da apripista, torna la band lombarda con un nuovo lavoro di studio che non lascia spazio a compromessi. Dieci brani per scoprire una dimensione completamente nuova della band che, messa da parte l’istintività del primo album, riesce a traghettare l’ascoltatore in un viaggio in bilico tra ragione e sentimento, spaziando tra ritmiche incalzanti, arrangiamenti cangianti e suadenti melodie.
Ecco cosa ci hanno raccontato!
La Belle Epoque
Ciao ragazzi, parliamo della vostra musica. Iniziamo da un vostro singolo. “Ad un passo dalla luna” vuole descrivere una sensazione positiva o negativa?
Questa canzone è un accumularsi di sensazioni non facili da tradurre, suoni che si stratificano ed avvolgono fino a farti trasportare in una dimensione nuova. Il tormento e la malinconia della prima parte della canzone si quietano nel finale con quell’accordo aperto di Re maggiore e quel verso pieno di possibilità “c’è tutto il tempo”.
Raccontateci un po’ di voi. Come vi siete conosciuti?
Tramite amici comuni che ci hanno fatto incontrare. Luca e Dario erano già amici ai tempi delle scuole superiori grazie a Claudio, un caro amico. Daniele è entrato a far parte della band dopo una calda raccomandazione di Paolo, il primo batterista della formazione. Aronne infine ha sostituito Paolo alla batteria, sempre presente nei locali e contesti con musica dal vivo, veramente dedito alla musica: è stato inevitabile che le nostre strade si incrociassero.
La lite più grossa che avete avuto dal 2009 ad oggi?
Ci conosciamo da tanti anni e se dobbiamo essere sinceri non abbiamo mai avuto dei veri e propri litigi. Siamo persone abbastanza razionali che non si fanno prendere dall’istinto bellicoso. Le nostre discussioni hanno sempre toni pacifici e collaborativi.
Quali sono i tre dischi che vi mettono d’accordo e che sono stati fondamentali per la vostra formazione?
Difficile sceglierne solo 3 ma potremmo dirvi ‘DALLA’, il nono album in studio di Lucio Dalla, ‘ABBEY ROAD’ dei Beatles e per rimanere ancora in territori italiani mettiamo anche ‘ARMSTRONG’ dei compianti Scisma.
Ultima domanda: se foste un drink quale sareste e perché?
White Russian: la dolcezza e la delicatezza della panna fresca, l’intensità del liquore al caffè e la spinta decisiva della vodka uniti alla perfezione. L’accostamento di questi tre elementi al nostro sound diventa quasi naturale: un connubio di armonie melodiche ed incursioni più spinte ed elettriche.
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