E’ uscito l’8 ottobre “Magma”, il nuovo singolo di Matteo Maione. Cantare l’amore come qualcosa di primordiale che sta all’origine del tutto. Disegnarlo come un flusso senza fine che ci avvolge dall’inizio del tempo. Questo l’obiettivo del cantautore. “Magma” è un brano nato per raccontare l’amore, mistero assoluto della nostra vita.
Matteo Maione intervista
Ciao Matteo, iniziamo dalla tua musica. Immagino che hai raccontato tante volte come è nato il brano… Quindi, secondo te si possono ancora fare canzoni d’amore senza esser banali?
Si, quando le canzoni nascono dalla verità e dalla sincerità delle emozioni
Come mai hai iniziato a studiare pianoforte?
Perché volevo a tutti i costi imparare a suonare “Per Elisa” di Beethoven. Solo successivamente ho capito che era lo strumento con cui avrei potuto esprimere le sensazioni e gli stati d’animo più profondi e nascosti.
Quali sono i tre dischi che sono stati fondamentali per tua formazione musicale? E perché?
Wish you were here (Pink Floyd – 1975). Non potrò mai dimenticare quando lo sentii la prima volta da bambino. Grazie a mio padre che me lo fece ascoltare in una stanza semi buia. Rimasi completamente ipnotizzato da quelle melodie di abbacinante bellezza, da quei tappeti sonori e da quella struggente chitarra che incarnavano perfettamente i temi dell’assenza, dell’innocenza e della purezza ormai perdute, ma soprattutto il declino mentale dell’ex membro della band Syd Barrett.
Led Zeppelin I (1969). Fu il primo CD che comprai e ancora mi ricordo quando lo ascoltai. Rimasi folgorato dalla potenza devastante di quel suono che trasmetteva forza ed energia, spaziando dal blues al rock psichedelico, rappresentato perfettamente dall’immagine della copertina dell’album, raffigurante una specie di “radiografia” del famoso dirigibile LZ 129 Hindenburg
La voce del padrone (Franco Battiato – 1981). Avevo esattamente venti anni quando comprai il vinile e fin dal primo ascolto mi resi conto che quello che io avevo considerato fino ad allora un cantautore si era trasformato a tutti gli effetti in una vera popstar dalla vena poetica. Un disco che è rimasto per me sempre fonte di grande ispirazione, grazie allo stile unico di Battiato, ma soprattutto alla sua profonda umanità.
Perché, secondo te, è così difficile emergere con la propria musica?
Sicuramente perché bisogna fare qualcosa di originale, che ci rappresenti, confrontandosi però con il panorama musicale attuale, provando a uscire dagli schemi, facendo sperimentazione ma rimanendo soprattutto sempre se stessi; poi ci vuole molta determinazione, studio, onestà perché solo così potremmo trovare degli ascoltatori attenti e sensibili in grado di riconoscersi nella forza del messaggio espresso dal brano.
Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perché?
Un campari spritz perché è rinfrescante ma allo stesso tempo pieno e appagante.
Leggi anche —> Groupie, cosa vuol dire e come nasce questa figura della musica