Fuori dal 30 novembre, Sì però, il nuovo singolo dei SUMMIT. Si però racconta il dilemma dei vent’anni: andare via di casa, scappare via dalle solite strade e provare a realizzarsi da soli, senza sapere come. Attraverso una ballad indie che esplode in pura energia rock nei ritornelli, dove la band urla la sensazione di claustrofobia che ogni ventenne prova dentro le mura di casa.
Summit intervista
È da poco uscito il vostro nuovo singolo, Sì Però, di cosa parla?
Questa canzone è il racconto sincero del complicato rapporto che si ha coi genitori a vent’anni, quando ancora non si riesce a lasciare casa per i più svariati motivi. La copertina è un graffito trovato in centro a Milano per caso, che al meglio racconta il significato della canzone: un gesto di libertà, di ricerca di spensieratezza.
Quale esperienza musicale vi porterete per sempre nel cuore?
Sicuramente, il WOW Festival questo scorso Luglio. Siamo stati l’opening act per FRAH QUINTALE, il pubblico era caldissimo ed è stato indimenticabile. Soprattutto il post concerto, durato fino alle 6 del mattino con Frah e tutto l’entourage.
Con quali artisti vi piacerebbe collaborare? Chi scegliereste e perché?
Magari proprio con Frah, vista la conoscenza e la vicinanza di generi. Però anche Willie Peyote o Fulminacci crediamo possano essere un bel feat.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Per il 2022 stiamo attualmente lavorando su un EP o magari un album, stiamo valutando le tracce. La cosa sicura è che vogliamo portare il nostro calore e voglia di festa su piò palchi possibile in tutta Italia!
Tre dischi che vi hanno cambiato la vita:
Riccardo: Kepler (MADMAN)
Paolo: Led Zeppelin I (Led Zeppelin)
Tommaso: MALIBU (Anderson .Paak)
Andrea: Unplugged (Eric Clapton)
Matteo:Texas Flood (Stevie Ray Vaughan)
Se doveste descrivervi con una bevanda o un cocktail, quale sarebbe e perché?
Ciò che ci descrive al meglio è sicuramente un Negroni: un insieme perfetto di alcolici. Però nella vita di tutti i giorni preferiamo gustarci un freschissimo Vodka Tonic – che abbiamo soprannominato Renato per una simpatica vicenda successo tempo addietro. Se mai ci incontreremo, non spaventatevi se sentirete la frase “Raga, volete un Renato?”
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