Sipario è secondo singolo di Solo Pietro, in uscita venerdì 28 gennaio. Il giovane cantautore ha la capacità di sciogliersi nei suoi sentimenti mentre crea melodie con il piano, catturando la luce e l’ombra del mondo e descrivendole in modo crudo e mai banale.
Solo Pietro Intervista
Prendiamo spunto per la prima domanda dal tuo singolo: su cosa stai calando il sipario?
Con questa canzone direi che sto calando il sipario sul passato, ogni cosa che avevo lasciato in sospeso con me stesso è dentro questa canzone, ogni fantasma, ogni paura e ogni dubbio. È stato uno sfogo necessario scriverla come lo è stato pubblicarla. Sono veramente felice di essere riuscito a portarla fin qui.
Quanto c’è di autobiografico nel tuo ultimo singolo?
Sipario è forse il pezzo più auto biografico che abbia mai scritto. Per la prima volta racconto di me in primis a me stesso, per cui quello che è tra le righe e tra le note di questa canzone sono veramente del tutto io.
Com’è iniziato il tuo percorso musicale?
Ho vissuto il mio primo approccio con la musica da molto piccolo, come spesso accade è iniziato quasi per sbaglio ma sono profondamente felice che sia accaduto. Se dovessi identificare davvero un inizio specifico direi che è stato un regalo a dare il via a tutto: avevo circa quattro anni e mio nonno mi regalò una scopetta giocattolo, me lo ricorda ogni volta che lo vedo, e io invece di usarla nel modo giusto facevo finta di suonare la chitarra. Da lì a poco vedendo questa tenera scena arrivò la prima chitarra e la prima scuola di musica.
Quali sono tre brani che a tuo parere sono stati fondamentali per il tuo percorso musicale?
Premetto che scegliere tre brani specifici è davvero difficile ma ci proverò. Sicuramente quello a cui sono più legato e che mi fece veramente scegliere di studiare musica e non altro fu “every breath you take” dei The Police. Ero piccolo e inconsapevole ma mio padre la metteva sempre in macchina e soprattutto nei viaggi più lunghi questa canzone mi faceva viaggiare tra i miei pensieri, da quelle sensazioni poi è nato il bisogno di provare per lo meno ad approfondire come si facesse quella magia che sentivo.
Altro pezzo molto importante per me è “F**k all those Perfect people” di Chip taylor. Su questa canzone ci ho pianto un sacco e adoro il messaggio che porta. Non per altro è nello specifico la mia canzone preferita.
In fine l’ultimo brano è la Patetica di Tchaikosky. È stato il brano che ho scelto di analizzare per il mio esame di maturità. Ho sempre trovato questa sinfonia di una grandezza impareggiabile perché funge davvero da specchio per l’anima del autore. Si sente tutto il dolore che provava e si sentono gli ultimi attimi della sua vita. Diciamo che è proprio da questo in particolare è da pochi altri pezzi che è nata la mia passione per le orchestrazioni e per la musica classica in generale.
Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti e perché?
Se fossi un drink penso sarei un dry Martini. E’ un drink semplice e deciso, diciamo un classico. Trasparente di colore e non particolarmente ricercato.
Ma al con tempo è la base per un sacco di varianti. Cosa divertente è un cocktail che odio, proprio non mi piace.
Leggi anche –> Michal Thomes, intervista con l’organizzatore del Rock For People