E’ uscito lunedì 14 febbraio 2022 a San Valentino, Poliamore mio, il nuovo singolo Anticorpi. Un nuovo capitolo per la band sci-fi technopop formata da Giovanni Di Iacovo e Arnaldo Guido, un nuovo singolo per celebrare gli amori non convenzionali, un nuovo brano atipicamente e intrinsecamente politico. Buon San Valentino!
Noi li abbiamo intervistati.
Anticorpi intervista
Come vi siete avvicinati al tema del poliamore?
Parlare di poliamore per noi significa poter ampliare il concetto di amore per renderlo più vero, più aderente alla realtà, per raccontare come le relazioni hanno davvero mille possibilità, tra cui il poliamore. La relazione eterosessuale e monogama è uno splendido tipo di relazione ma è solo una possibilità, solo una delle tante relazioni d’amore possibili. Tutte ugualmente belle e degne purché scelte in modo libero e consapevole, tra le tante. Il poliamore è anche la possibilità di decostruire quei percorsi di vita che sembrano obbligati, che sembrano senza alternativa, gli unici che ci propongono come normali. Un percorso per liberarsi dalle urticanti gabbie della possessività, dell’eccesso di gelosia, della violenza terribile e dell’inutile dolore che ne consegue, delle vite immolate e perse sull’altare di questo monoteismo morale che non funziona granché.
Ci raccontate la vostra storia? Come sono nati gli Anticorpi?
Abbiamo assemblato una factory visionaria e biomeccanica fondendo uno scrittore cyberpunk (Giovanni Di Iacovo) con un musicista e sviluppatore di software (Arnaldo Guido).
Sintetizziamo i brani nel nostro laboratorio medico-musicale tra alambicchi, sperimentazioni sonore, romanzi di Philip K. Dick e liquori abruzzesi prima di uscire allo scoperto. Ci conosciamo da sempre e abbiamo collaborato a tanti progetti culturali, ma dal momento che abbiamo lanciato Anticorpi, abbiamo capito che la nostra vita stava per vivere una nuova fase. E ci piace assai.
Quali sono tre dischi che per voi sono stati fondamentali per la vostra formazione?
The Man Machine dei Kraftwerk, Music for the Jilted Generation dei Prodigy e La voce del padrone di Battiato. Ma ce ne sarebbero tanti tanti altri.
Quali sono le donne a cui volete voluto rendere omaggio con questo brano?
Abbiamo un approccio fluido e non binario al discorso di genere quindi lo dedicheremmo a tutti i corpi che hanno il coraggio dei loro desideri. Se però dobbiamo dedicarlo ad una categoria di donne, lo dedichiamo alle streghe, quelle che sono state condannate a morte per la loro condotta libera e non addomesticabile. Forse la voce iniziale del brano appartiene proprio ad una di loro.
Ultima domanda: se foste un drink quale sareste, e perchè?
Se fossimo un drink saremmo un Negroni: un mix equilibrato di tecnologia, edonismo e folli sogni. Con un risultato abbastanza forte da ubriacarti subito e buttarti subito a ballare!
Leggi anche -> Le pagelle di AlEmy: “Mai più” il nuovo singolo dei Mathela