Il 25 febbraio è uscito il primo omonimo disco di Boccanegra. Il cantautore ha deciso di raccontare una giornata con dieci canzoni. Dieci brani che si muovono in un sound cantautorale a tratti indie e a tratti rock.
Boccanegra
BOCCANEGRA è il prodotto finale di un lavoro di osservazione durato più di un anno e mezzo. Filo conduttore dell’album è la luce, con la sua influenza sulla sensibilità delle persone: artificiale o naturale, in tutti i brani essa interviene nelle azioni dei personaggi e nelle loro relazioni.
E’ molto interessante l’idea che si nasconde dietro quest’album, ovvero il riuscire a raccontare una giornata intera solo in dieci canzoni. Il disco si apre al mattino e si chiude alla sera, ma nel frattempo si alternano racconti di amori, chiacchierare e delusioni.
Una lode particolare va alla capacità di scrittura di Boccanegra. Il cantautore ha la penna di un poeta. Un bambino che esce da scuola viene descritto in una maniera davvero particolare, dettagliata e fuori dal comune. Il punto forte del disco è sicuramente la parte dei testi. Ci colpisce un po’ meno il sound scelto, a parte certi brani, la maggioranza sono sullo stile indie cantautorale e risultano a tratti noiosi e ripetitivi. Ci sono, fortunatamente, delle eccezioni.
Tra i brani che più ci hanno colpito troviamo “Il sogno di Matteo” e “Specchio“. Entrambi si differenziano dal resto per un carattere più pop rock, più energico e accattivante. Ci ricordano un po’ i primi pezzi di Alex Britti: una bella chitarra che rimbomba inseguita da un sound pop.
Altri pezzi che non ci dispiacciano sono “Bouxwiller”, “Hopper” e “Gorilla”. In questi tre brani ritroviamo un po’ lo stile racconto-canzone che contraddistingueva Giorgio Gaber.
In conclusione Boccanegra ha un gran talento, forse il disco non rientra nei nostri gusti ma per gli amanti del genere sarà sicuramente una piccola perla.
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