È disponibile su tutte le piattaforme di streaming “MUSIC WITH GUITAR” (TRP Music/Believe), nuovo album full length di VICTOR FROST realizzato in collaborazione con il chitarrista DAVIDE SCIACCA.
Per l’occasione abbiamo parlato con Davide Sciacca.
Quali sono a tuo parere tre dischi che ritieni fondamentali per la tua formazione?
Carlo Ambrosio, chitarrista, liutista e compositore ne ha incisi più di dieci. Probabilmente, sono più legato a Mirrors (2007). Il mio Bellini (1995) di Francesco Nicolosi, che tanto ha ispirato alcuni progetti che porto avanti. Queen (1973) perché ci vuole coraggio a registrare alle 3 di notte, auto appellarsi regina e cambiare la vita a chi, come me, sarebbe dovuto diventare docente di Storia e Filosofia.
Siamo noi in Sicilia, dove ci porteresti? Quali sono i luoghi che ritieni legati alla musica che consideri tra i più cari?
Atterrate nel principale scalo aereo del mezzogiorno, l’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania. Da li, dopo una lunga pausa al bar, faremo un giro attraverso le meraviglie di una città che da calcidesi ad aragonesi, romani e normanni, dopo eruzioni e terremoti fiorì col barocco, splendette nel liberty e subì il suo ‘sacco edilizio’ nel dopoguerra. Esiste anche altro in Sicilia ma questa non è un’enciclopedia, vero?
Sui luoghi della musica, vorrei citare i teatri di Catania (Massimo Vincenzo Bellini) e Palermo (Massimo e Politeama) e, naturalmente, il Teatro Greco di Taormina.
Come hai conosciuto Victor Frost? Com’è stato collaborare con lui?
Parte del corpus compositivo di Victor Frost è dedicato alla chitarra. Per quanto mi riguarda, invece, sono interessato ai compositori contemporanei, a prescindere dalla modernità o meno del linguaggio. Nel mese di novembre 2019 fui coinvolto in un concerto a Bologna. Victor partecipò, viaggiando dagli States, in quanto sarebbero state eseguite tre opere di sua composizione. Rimasi affascinato dal modo di trattare il mio strumento e la capacità di esprimere idee originali ed incisive all’interno delle forme classiche.
Fu un incontro ricco di idee ed emozioni. Decidemmo di iniziare il progetto della registrazione delle opere che aveva dedicato alla chitarra. Da lì non ci siamo mai fermati, nemmeno a causa della situazione corrente. Il progetto si è arricchito della preziosa collaborazione dell’ingegnere del suono Riccardo Samperi, il cui contributo è stato indispensabile all’ottenimento di un timbro inconfondibile.
Come hai vissuto la mancanza di concerti nel periodo critico della pandemia?
Un proverbio siciliano recita ‘ogni m’pidimentu è giovamentu’, ovvero ‘ogni impedimento è giovamento’. Nel mezzo d’una pandemia, sofferenze, disagi economici e mentali; trovai che la mia ‘selva’ non era poi così oscura, perché sono un uomo fortunato.
Trovai il tempo necessario per incidere alcune delle composizioni del disco ‘Victor Frost – Music with Guitar’. In aggiunta, registrai circa 3 ore di musiche per chitarra ispirate ai celebri temi belliniani tra ‘800 e ‘900 (più un’appendice contemporanea). Non contento, decisi di ribellarmi all’autoreferenzialità dei balconi canterini o della musica cosiddetta colta registrata a metronomo doppiando gli schermi. Nacque così un progetto collettivo: LockDowning Street, pubblicato mesi addietro.
Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti e perché?
Mandarino al limone. Quando vieni a Catania te lo spiego, ‘mbare.
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