Fuori dal 10 marzo il primo EP del duo italo-albanese Shkodra Elektronike che parla della propria musica come di post immigrant pop. La tracklist comprende 4 brani tradizionali scutarini, riarrangiati in chiave elettronica e suonati dal vivo in un vecchio teatro di posa della periferia di Tirana, la capitale dell’Albania.
Televisori a tubo catodico, caleidoscopi fatti a mano, drappeggi di una scenografia desolata, polvere, campionamenti di vecchi nastri come flashback di una memoria storica: il ricordo degli anni bui della dittatura scorre in questa estetica e riflette perfettamente un incubo che è ricorrente anche nelle nuove generazioni di albanesi; quello di un’evoluzione negata e la sensazione che il tempo stia scorrendo sempre troppo lentamente.
Non potevamo che far loro qualche domanda!
Shkodra Elektronike
Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per vostra formazione musicale? E come mai?
Difficile sceglierne solo tre, ma entrambi concordiamo su: Homogenic di Bjork, Mezzanine dei Massive Attak e qualsiasi raccolta di Fairuz.
Quali sono le realtà musicali albanesi che dovremmo assolutamente conoscere?
Oltre ai grandi interpreti che furono – Bik Ndoja, Vaçe Zela, Marie Kraja e molti altri – ci sono tantissimi giovani artisti che meritano di essere ascoltati, e seguiti: Andrra, Arnon, Sahati, Shpat Deda, Agona Shporta, G Up (solo per citarne alcuni).
Vi ricordate ancora la prima volta che siete entrati in contatto con il repertorio che oggi avete deciso di reinterpretare?
La maggior parte delle canzoni del nostro repertorio le conosciamo da quando siamo bambini – sono brani famosissimi; parenti e vicini le intonano senza pietà. Altre le abbiamo scoperte approfondendo la nostra ricerca.
E cosa vi ha portato in Italia, nonostante il legame che avete con la vostra terra?
Entrambi viviamo in Italia dagli anni Novanta, anni in cui in Albania c’era il caos. Siamo emigrati, come spesso accade, per migliorare la nostra esistenza e vivere dignitosamente.
Ultima domanda: se foste un drink quale sareste, e perché?
Senza alcun dubbio: una purissima e secchissima Raki.
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