IN6N è un artista romano classe 1994, eclettico e paradossale. Cresciuto nella scena emo-hardcore della Capitale, propone un secondo album che porta l’ascoltatore in un viaggio mentale che non lascia indifferente.
IN6N intervista
Ciao IN6N che supponiamo si legga “Insane”, ma correggici se non è così. Come mai hai scelto questo nome d’arte?
È l’evoluzione del mio vecchio nome “insvnexvx” di base significa sempre “insane” ma con l’aggiunta del numero 6, per semplificare quello precedente.
“Il male moderno” è il tuo nuovo album. Un titolo cupo per nove brani altrettanto oscuri. Come nasce questo tuo progetto?
Questo progetto nasce da un periodo di forte frustrazione psicofisica dovuta a molti cambiamenti nella mia vita e soprattutto a una fase molto deep. Ho finalizzato questo disco durante la pandemia e la mia camera in una rage room, come le 9 tracce che ho fatto. Mi ha aiutato moltissimo a liberarmi di tutte le negative vibes che quel periodo stavano prendendo troppo piede nella mia vita.
Le canzoni sono nate in momenti diversi o prima di buttare giù i pezzi avevi già un concept generale dell’album?
Sono nate in momenti diversi ma avevano tutte lo stesso concept. Volevamo fare un disco Hardcore, e credo che ci siamo riusciti.
Qual è il brano del disco a cui sei più legato e perché?
Sicuramente “Bro”, per il semplice fatto che racchiude esattamente tutto il periodo di depressione che ho avuto, per fortuna che ne sono uscito. Grazie alla musica ovviamente.
Il pezzo più difficile da scrivere? E quello che invece è stato più facile?
A livello tecnico “Bounce”è stato il più difficile. Mentre sul facile direi tutti, se sono con la giusta vibe scrivo senza accorgermene.
Qual è il primo concerto a cui hai assistito da fan? E come è stato?
La sagra di paese, al paese di mia nonna, ricordo di aver speso moltissimo ai cabinati.
Ultima domanda di rito: se dovessi descriverti con una bevanda, quale sceglieresti e perché?
Moscow Mule perché mi accompagna in tutte le nottate che faccio.