Il 29 aprile è uscito “Inverni”, il disco di esordio di Francesco Pintus. Nove brani puramente indie pop di cui avevamo avuto un assaggio qualche mese fa con il singolo “Erisimo”.
Francesco Pintus – Inverni
Francesco Pintus è uno di quegli artisti che va preso a piccole dosi. “Erisimo” è un bel brano indie con una forte carica emotiva, ma nove canzoni di fila tutte così sono troppe. “Inverni” ha delle sfumature interessanti ma in linea generale rimane un po’ monotono.
“Sistemi complessi” sembrava essere la piccola perla che si differenziava dal resto, ma anche questo brano che inizia in modo particolare nel ritornello diventa molto simile a tutte le altre. Prendendolo separatamente dagli altri brani è interessante, ma tutto insieme non mi colpisce particolarmente.
“Inverni”, il brano che dà il nome a tutto il lavoro, è uno dei pezzi più interessanti. Stesso ritmo, ma uno testo più emotivo, meno banale e in grado di colpire le corde giuste. “Tasche vuote”, un altro brano che ha attirato di più la mia attenzione, mi ricorda moltissimo “7 miliardi” dei Finley.
Francesco Pintus non è male, è solo capitato nel magazine sbagliato perché personalmente non sono una fan dell’indie pop malinconico che discorsivo che va ora tanto di moda. Rispetto a tanti altri del genere sicuramente ha degli spunti interessanti, ma per i miei gusti è un po’ troppo lento, mieloso e ripetitivo.
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