Decrow: “Non presto tanta attenzione al futuro”

Fuori dal 13 maggio il nuovo singolo del progetto Decrow dal titolo “Laser”. Un nuovo capitolo che nasce dopo una festa alla quale il produttore Edo (Edd Bateman) lo ha trascinato.  Decrow ci racconta il mondo sopra le righe delle feste notturne. Lo abbiamo incontrato per parlare di drink e ispirazioni.

Decrow

Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione? E come mai?

Nirvana – “In utero” è uno dei primi dischi grunge rock che mio padre mi faceva ascoltare quando ero bambino. Hanno plasmato sicuramente i miei gusti musicali. La musica in me è veramente in grado di cambiarmi L’ umore o le idee. E mi ricordo che questo disco mi faceva incazzare. Liricalmente parlando non c’entra niente magari, ma ogni volta che ascolto questo disco in macchina o quando lo sentivo in cuffia da bambino, mi faceva arrabbiare. Mi fa pensare al fatto che voglio sempre di più, che non mi basta mai niente.

Altro disco che mi ha influenzato tantissimo è “Niagara” di Gemello. Sono stato sempre in fissa con il truceklan da quando sono un ragazzino. Era L’ unico gruppo hiphop che mi piaceva, perché mi sentivo il rock e loro erano la cosa che ci si avvicinava di più. Poi penso che se sei cresciuto in una periferia romana come me è ovvio che siano culto. Questo disco di Gemello ma proprio lui come artista è uno degli artisti italiani che mi ha influenzato di più sul piano della scrittura e della visione proprio delle cose.

Altro discone “Survivor Guilt” di Kenny Hoopla. Uno dei dischi uscito relativamente di recente che mi è piaciuto di piu. Lui secondo me è il più forte della scena pop punk contemporanea.

Il tuo percorso come Decrow inizia nel 2017, ma il tuo primo EP inizia nel 2021, quasi alla fine di due anni decisamente complicati per il mercato musicale. Come mai proprio ora?

Diciamo che io ho iniziato a pubblicare musica nel 2017, ma mi sono reso conto presto che dovevo trovare la mia via e che quello che stavo facendo non mi convinceva a pieno. Quindi al di fuori del periodo di lockdown che ha proprio distrutto le mie idee e i miei stimoli, mi sono chiuso tantissimo in sala prove con la band a suonare e questo ha dato una svolta decisiva al mio percorso. Ho capito che volevo suonare live, e che le mie canzoni dovevamo nascere live. Questo non vuol dire che le mie canzoni non nascono più in studio, ma anche quando sono in studio con un produttore il mio imprinting alla scrittura nasce sempre dall’idea che live quella canzone deve spaccare.

In che modo “Laser” è un nuovo inizio per te?

 “Laser” non è un nuovo inizio, ma è solo una nuova sfaccettatura della mia musica. È sempre punk come lo sono io, ma invece delle chitarre elettriche ci sono i Synth.

Come credi che proseguirà il tuo 2022?

Non presto tanta attenzione al futuro. Preferisco godermi il presente. Però spero di fare tanti concerti quello si. È la cosa più importante per me.

Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perché?

 Un bloody Mary con tanto tabasco e servito col sedano. O stai in fissa o ti faccio schifo.

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