Luca De Gregorio: “Il sound è stata la mia seconda sfida”

“Lasciami fuori” è il nuovo singolo di Luca De Gregorio, seguito dal video da cui si respira tanto amore per la vita e per le uguaglianze. Per tutti.
Luca non è nuovo al panorama musicale, sia italiano che internazionale, avendo calcato palchi anche fuori confine portando il blues in varie parti d’Europa. In Italia lo conosciamo anche per la sua partecipazione del 2016 al talent The Voice of Italy.

luca de gregorio

Luca De Gregorio intervista

Ciao Luca, piacere di conoscerti e di sentirti. Vorremmo partire conuna domanda che riguarda un po’ il tuo percorso artistico, iniziato ormai tanti anni fa: cosa ci puoi dire a proposito di questo, nello specifico, quali sono stati, a tuo parere i punti di svolta o focali della tua carriera artistica?

Bene, iniziamo dalle cose difficili quindi. Sicuramente la prima svolta, che definirei quasi “embrionale”, è avvenuta quando ho messo per la prima volta le mani sul pianoforte di casa. Prima di quel momento, avevo soltanto ascoltato mio padre suonare quello strumento così elegante, così profondo; ma evidentemente tanto bastò a farmi percepire che dentro quei tasti c’era qualcosa di speciale. Da lì in poi è stato puro amore: da quell’istante è partita l’inguaribile fascinazione per le prime melodie e per la “forma canzone” da Elthon John a Battisti. Certo: probabilmente non è il mio strumento principale, ma rappresenta una sorta di imprinting a cui ritorno sempre per i miei brani. 

Il secondo “step” invece è stato un gioco. Mi spiego meglio: si trattava sostanzialmente di prender i primi accordi e “declinarli” su una chitarra acustica appena ricevuta in regalo. Mi cimentavo principalmente con i versi dei cantautori che abbracciavano questo incredibile strumento: De Gregori, Battisti, De Andrè, Fossati, Dylan e tanti altri.
Nel frattempo però sbocciava parallelamente la contaminazione con altri stili musicali. Erano gli anni del liceo, degli studi in Conservatorio (chitarra classica) e io mi alternavo tra dischi di casa e jukebox, alla scoperta del punk, della chitarra elettrica e del rock’n’roll. Poi, un giorno, durante un concerto in una piazza di paese arrivò la folgorazione. Rapito da quel genere così semplice eppure così potente, realizzai: volevo – dovevo – suonare il Blues.

E qui arriviamo al cardine dell’ evoluzione, alla parte centrale della storia. Perché terminato il liceo salii a Milano, diviso tra Università e CPM (CentroProfessioneMusica) dove scelsi di studiare e approfondire la tecnica della chitarra elettrica e diplomarmi in Chitarra Blues. In questi primi anni nella nuova città ho sentito l’esigenza di cominciare ad unire alla chitarra la mia voce, formare un trio musicale alternando Cover alle mie prime composizioni/canzoni che cominciavo a registrare. Da quel momento ho cercato di non fermarmi mai, suonando nei vari locali e circuiti milanesi, passando per la Svizzera, collaborando chitarristicamente per altri artisti e cercando nella maniera più onesta possibile di stare in equilibrio tra le parole “canta” e “autore”: due termini che, uniti, hanno un peso e un’ importanza ancora più grande da dimostrare. 

“Lasciami Fuori è un singolo potente. Potente nella voce e nel testo,che si presta a molteplici interpretazioni. Qual è stato il motivo principale, se c’è, che ti ha mosso a scrivere questo pezzo?

Le radici di questo brano risiedono nella voglia di avere un posto ‘emotivo’ in cui due anime possono e potranno sempre ritrovarsi, indipendentemente dalle loro strade intraprese. È letteralmente un rapporto messo su un “piano diverso“, quasi ulteriore, lontano da tutto ciò che si può razionalizzare nella vita: un sentimento profondo, da difendere e tenere lontano da ragioni di parte, egoismi, contraddizioni e parole inutili. È come dico spesso: la mia idea di “appartenenza”. Una sfida importante, perché vede nel testo soprattutto le parole di una donna, pronta a narrare il suo legame con un’ altra donna.

All’interno del testo scrivi: “Lasciami fuori dalle paure, dalle indecisioni, convinzioni, dalle morali”: quali sono le morali che più ti disturbano?

Precisamente nel testo non canto: “dalle morali…”, ma ho capito a cosa forse ti vuoi riferire. Una considerazione meravigliosa, che mi piacerebbe menzionare, mi è arrivata più volte in alcuni messaggi ricevuti dopo l’uscita del brano: riflessioni inerenti proprio a una particolare prospettiva di moralità.
E’ stato significativo riscontrare – di là della storia fra le due donne – come “Lasciami Fuori“ sia stata percepita in modo affine ad
una sorta di “preghiera verso se stessi”. Quasi un parlarsi intimamente, una introspezione musicale che porta a rivalutarci, a metterci in discussione per primi e magari a riconosce anche le pseudo-convinzioni, le presunte certezze, le paure che a volte poniamo dinanzi ai nostri sentimenti e alla possibilità di viverli liberamente…finendo così per autosabotarci.

 

Il tema della canzone è proprio il pregiudizio che alimenta la paura dell’altro e delle differenze. Hai dedicato questo pezzo a qualcuno in particolare?

Mi piace pensare che tutti possano rispecchiarsi, in qualche modo, nel brano.
Come dicevo anche prima,  questo pezzo vuole essere un‘esortazione a proteggere chi siamo, i nostri sentimenti; non solo dalle nostre paure, dalle nostre indecisioni interiori, ma anche e soprattutto – come si evince dalla storia di questa donna – dai pensieri del mondo esterno. Solo in questo modo, credo, si possa finalmente giungere ad abbracciare il coraggio: il coraggio di vivere quello che si è, di amare chi e cosa si sente di amare. 
Vivere cio che si è o anche un proprio sentimento come una discriminazione credo rappresenti davvero una situazione difficile da affrontare. “Lasciami fuori” è proprio questo: un posto dove potersi ritrovare sempre e viversi per quello che si è e per ciò che si sente davvero. 

Per quel che riguarda la melodia invece,ci sono delle sonorità acustiche che però vengono accompagnate anche da una base elettronica. Come mai questa scelta?

Il sound è stata la mia seconda sfida.
L’intimità, l’esigenza e la ricerca di qualcosa di nuovo mi hanno ricondotto alle origini: imbracciare la chitarra acustica, tornare al pianoforte; la fonte, le mie radici artistiche. Un po’ come il Blues lo è per molti stili musicali; ma qui il Blues non c’entra. Ho lasciato spazio a un mondo nuovo, una pulsazione diversa: nuda e cruda, ma al tempo stesso ricca di novità ambientali alternative.

Il connubio acustico – pop – elettronico, è stato una vera scoperta, un viaggio attraverso malinconie che ho visto sposarsi sorprendentemente con mood ambientali elettronici. Le melodie e i testi hanno preso forma e disegnato sonorità mai affrontate prima, arrivando a sfiorare quasi l’hip hop. E’ stato nuovamente un “mettersi a nudo” anche da questo punto di vista: accarezzare un sound a me sconosciuto, tutto da scoprire; un sound del quale, però, adesso sono profondamente innamorato.

E’ stato davvero emozionante sentire l’intimità di una canzone – chitarra acustica e voce o piano e voce – evolversi e ruggire attraverso la produzione di questo nuovo Elettro – Folk – PopRock – Alternative. E’ una contaminazione difficile da esprimere e non credo esista un termine preciso. Ma questa ora è la mia nuova casa.

Quali novità ci sono in cantiere?

In cantiere c’è l’uscita del mio Ep, preceduta da quella di nuovi singoli, naturalmente, per poi rivederci con il brano che darà anche il titolo all’intero progetto musicale. Un brano, nello specifico, a cui tengo molto: un pezzo in cui, per la prima volta, mi metterò a nudo raccontando una parte importante della mia vita.

 

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