È un viaggio tra i ricordi d’estate quello di Cortese nel nuovo singolo “Gallipoli”,uscito venerdì 17 giugno.
Dopo “Blues Bar” il cantautore salentino torna con un brano evocativo che fa subito venire voglia d’estate e di leggerezza. Con “Gallipoli” Cortese prosegue sulla via del sound itpop, con reminiscenze anni ottanta e influenze battiatesche.
Gli abbiamo chiesto riguardo il suo legame con Gallipoli e la musica in tv. Ecco com’è andata!
Cortese intervista
Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E come mai?
“Una donna per amico” di Lucio Battisti, “Dalla” di Lucio Dalla, “Abbey Road” dei Beatles. Il primo perché Battisti è stato il primo amore e tramite lui ho scoperto la canzone d’autore, quel disco suonava in una musicassetta ogni volta che entravo in macchina di mia zia quando ero bambino; il secondo perché contiene alcune tra le canzoni di Lucio Dalla che amo di più e in generale perché lui è stato il cantautore più geniale e completo, tra quelli che hanno dominato i miei ascolti musicali, con una carriera, dalla gavetta al vero successo, davvero unica, autore di melodie meravigliose, testi incredibili e cantante pazzesco; il terzo perché mi ha iniziato alla passione per la musica rock, per quel sound fatto di sola verità, prodotto di registrazioni in presa diretta con brani meravigliosi, cantati divinamente senza trucchi e con disinvoltura, non a caso quell’album contiene alcuni tra i titoli più iconici dei Fab Four.
Qual è il tuo legame con Gallipoli, e chi dovrebbe assolutamente ascoltare il tuo nuovo singolo per assorbirne il messaggio?
Gallipoli è la mia città natale, ci sono cresciuto fino ai diciotto anni, ho lì i miei e parte della mia famiglia . Ogni volta che ci torno resto impressionato dalla bellezza di certi scorci come fosse la prima volta che me li ritrovo davanti, eppure li conosco da sempre e a certi luoghi sono legati alcuni miei ricordi bellissimi. Tutte quelle persone che amano viaggiare, partire per una vacanza e stare bene in un posto tanto da sentirsi a casa, quelle persone che cercano l’amore, il buon cibo e paesaggi mozzafiato dovrebbero ascoltare il mio nuovo singolo.
Cosa ti porti dietro della tua esperienza ad X-Factor e con gli Aram Quartet? Ti saresti mai aspettato che il programma arrivasse ad avere questa portata nel corso degli anni?
Mi porto dietro un ricordo bellissimo di spensieratezza e prime significative esperienze nell’ambito della musica professionale, tante avventure divertenti e alcune prime batoste. Sì, sin da quella prima edizione mi aspettavo che negli anni il programma sarebbe solo cresciuto a dismisura e avrebbe acquisito un potere mediatico pazzesco, l’ho sempre pensato come ho sempre pensato che il progetto Aram Quartet avesse un bel potenziale ma non trovasse una vera collocazione nel panorama musicale italiano dell’epoca, noi eravamo giovani e inconsapevoli e i discografici non propriamente lungimiranti e presenti, in quel momento spremettero il nostro limone e poi lo buttarono via.
Musica e televisione possono andare d’accordo?
Se si parte dalla musica assolutamente sì, la televisione da a certa buona musica la giusta visibilità e popolarità. Se si fa il percorso inverso dubito che la televisione possa creare dei fenomeni musicali artisticamente validi e duraturi.
Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti e perché?
Un negroni sbagliato perché è strong, amaro, potenzialmente allineato ma sbagliato.
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