Leanò: “Una birra al fico… un po’ cittadino e un po’ naturalistico!”

Fuori dal 7 luglio “Reale”, il nuovo singolo di Leanò. Ecco un piccolo e timido singolo estivo che è un inno alla semplicità delle piccole cose. La cantautrice ci invita a godere del presente per sentirsi vivi. 

Noi come sempre non abbiamo saputo resistere, e le abbiamo fatto qualche domanda!

leanò

Leanò intervista

Quali sono tre dischi che secondo te sono stati fondamentali per la tua formazione musicale?

De André, Canzoni

Da piccolissima avevo una cassetta di questo disco che custodivo gelosamente, non tanto perché ero consapevole della bravura di De André, ma perché mi piaceva proprio averla come oggetto. Ricordo che avevo imparato a usare il mangianastri solo per mettere “la canzone dell’amore perduto” e usarla come soundtrack dei miei giochi (un po’ tragici).

The Doors, Strange Days

Questo album ha accompagnato la mia adolescenza, in particolare la cover di “People Are Strange” era il mio cavallo di battaglia. A 15 anni l’ho anche suonata la seconda volta che salivo su un palco per una festa di paese molto pittoresca.

Dimartino, Sarebbe bello non lasciarsi mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile

La sua penna così delicata, ma allo stesso tempo concreta, mi ha dato molti spunti quando ho iniziato a scrivere in italiano.

Di cosa parla Tremo, il tuo ultimo singolo?

Parla di un sentimento molto forte da far quasi paura, di due persone non riescono più a capirsi e che a volte scaricano le loro preoccupazioni sull’altro. C’è l’incertezza sul continuare o meno la relazione tra i due, e pur sapendo che probabilmente si sbaglierà, alla fine si sceglie di viversi i momenti come vengono senza darsi aspettative o limiti.

Quali persone hanno collaborato a questo nuovo capitolo? Qualche new entry?

La produzione è di Vincenzo De Fraia, che ha portato un po’ di brezza londinese qui a Milano. Abbiamo iniziato a collaborare a distanza e grazie a Giordano Tricamo ci siamo incontrati dal vivo per concludere i pezzi insieme. Per il lato visivo mi sono affidata a Studio Cemento, una realtà su Milano che tenevo d’occhio da un po’ e con cui mi sto trovando molto bene.

Milano è ancora una città favorevole per fare musica?

Direi di sì, ma credo che sia un argomento un po’ complesso. Il cambiamento da pre-pandemia riguarda tutte le città italiane e mi sembra che non ci sia ancora stata una vera e propria ripartenza, o meglio: non è come prima. Molti locali hanno chiuso e ci sono molti meno spazi per farsi sentire e in generale si creano anche meno situazioni. Credo che la questione non riguardi però solo Milano, ma tutta l’Italia, che deve ancora scendere a patti con l’importanza della valorizzazione della cultura in tutte le sue forme e gradi.

Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti e perché?

Una birra al fico d’india che bevo sempre in un locale a me molto caro: la LibrOsteria. Perché è molto buona e anche perché mi sembra che fonda il lato cittadino con quello più naturalistico.

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