Fuori dal 3 giugno 2022 “Comete”, il disco di debutto del progetto Van Dyne. Dopo i precedenti singoli “Luna Park” e “Vorrei”, il capitolo definitivo per la band di Bologna che tra sonorità di respiro internazionale e, allo stesso, forti influenze derivanti dalla tradizione cantautorale, ci offrono la più malinconica delle estati. Siete pronti?
Noi sì, e infatti li abbiamo intervistati.
Van Dyne intervista
Quali sono tre dischi che a vostro parere sono stati fondamentali per la vostra formazione musicale?
Abbiamo ascolti molto vari e proviamo a far confluire in Van Dyne molte suggestioni. Tendenzialmente in questo progetto abbiamo provato ad mettere l’aspetto più “melodico” delle nostre attitudini. Abbiamo amato e forse si sente “Anima Latina” di Battisti e “Creuza de Ma” di De Andrè, Io credo ci sia anche Carboni. Per il resto proveniamo dal Post rock (God speed you Black Emperor) e da noise e post-metal. Attualmente stiamo abbastanza in fissa con i Son Lux, Idles, Black Midi, Black Country New Road.
Fare musica in Italia è davvero così difficile? Perché?
Il problema in Italia sono fondamentalmente tre:
sono pochissimi i club disposti ad investire su band non conosciute perché hanno bisogno di un riscontro economico sicuro.
Per lo stesso motivo sempre più spesso i locali optano per dj set piuttosto che live, attirano tanta gente e hanno cachet più bassi.
I locali sono pressati da problemi di ordine pubblico, decoro, etc… quindi spesso passa la voglia di far dei live quando devi guardare l’ora, il numero di partecipanti, l’assembramento, la sigaretta fumata dentro, il bicchiere che si rompe fuori, il chiacchiericcio davanti all’entrata, i db che devono essere bassi, la batteria che fa troppo casino, gli ampli che vanno abbassati, etc…
Cosa avete in comune con Joelle Van Dyne?
Wallace è stato un genio, Infinite Jest è un capolavoro e Joelle Van Dyne è una donna di una tale bellezza da far impazzire chi la vede. Insomma davvero troppi superlativi per poter pretendere di avere qualcosa in comune! Il romanzo ci ha colpito molto e volevamo citare un personaggio enigmatico e sensuale e una storia folle.
Ultima domanda: se foste un drink quale sareste e perché?
Amiamo i drink, chi è per la vodka e chi per il Gin… “Beluga” o “Gin Mare” sarebbero dei nomi molto belli per delle canzoni. Van Dyne però, forse, potrebbe essere più che altro un buon bicchiere di vino rosso, spero di qualità… fruttato ma immagino non troppo dolce! insomma qualcosa di equilibrato e piacevole ma anche con un suo spessore; questo è quello che ci sforziamo di far fermentare in sala prove.
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