Ad inizio agosto del 1967 i Pink Floyd dettero vita al loro album di esordio, album che sancì la nascita di un nuovo genere musicale e che rivoluzionò per sempre il rock dell’epoca.
Oggi parleremo di “THE PIPER AT THE GATES OF DAWN“.
“THE PIPER AT THE GATES OF DAWN“
Il lavoro d’esordio della storica band era caratterizzato da un “sapore rock” tendente alla psichedelia, tanto in voga in quegli anni. Alcuni dei pezzi contenuti nell’album sono passati alla storia come veri e propri brani cult. Basti citare l’enigmatico pezzo scritto dall’allora leader della band Syd Barrett “See Emily Play”, contenuto nell’edizione statunitense dell’album seppur assente in quella originale.
CURIOSITA’ SULL’ALBUM
COME HA AVUTO ORIGINE IL NOME?
Il titolo di questo primo lavoro “ruba” il nome all’omonimo settimo capito del romanzo “Il vento trai salici“, un classico della letteratura per l’infanzia di Kenneth Grahame.
Si tratta di un capitolo nel quale lo scrittore scozzese fa entrare in scena (per la prima e unica volta) Pan, il dio greco benevolo e saggio che nella tradizione ellenistica, che veniva rappresentato con l’aspetto di un satiro protettore della natura incontaminata.
Il titolo letteralmente significa “Il flautista alle porte dell’alba” e difatti c’è una scena nel capitolo che descrive l’incontro tra il protagonista del romanzo e il dio Pan, mentre quest’ultimo sta suonando il proprio flauto.
CHI SCELSE IL TITOLO?
Fu Barret a sceglierlo. Sembra infatti, che questo romanzo fosse uno dei suoi libri preferiti. Difatti, a sua volta, veniva spesso visto come una vera e propria incarnazione di Pan dai propri colleghi e amici che gli affibbiarono perfino il soprannome di “Piper”.
CHI SCATTO’ LA FOTO DELLA COPERTINA?
Un amico della band George Harrison (chitarrista dei Beatles), suggerì a Vic Singh (il fotografo esecutore della foto) un’idea geniale: chiedendo ai membri della band di indossare abiti sgargianti, scattò le foto utilizzando una lente particolare (prestata da George) che gli permise di ottenere l’effetto psichedelico come se si stesse guardando attraverso un prisma.
QUALI SONO I “BRANI ICONA” DEL DISCO?
“Interstellar Overdrive” e “Astronomy Domine” sono i brani più rappresentativi del disco e vengono sempre suonati negli show live, spesso con improvvisazioni che durano molti minuti e che piacciono molto alla gente proprio per la forte componente psichedelica contenuta.
E tu quali altre curiosità su queste icone mondiali conosci?
AlEmy
Ascolta l’album -> “THE PIPER AT THE GATES OF DAWN“
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