Il 27 giugno è uscito “Guardando più in là”, il disco dei Fratelli Cecchi. Dieci canzoni che si muovono tra i cantautorato e la pura e semplice poesia. Una collezione di storie e sentimenti il cui fil rouge è il desiderio di essere se stessi al di là delle imposizioni della società, o almeno è il messaggio più profondo che ho letto tra le righe.
Guardando più in là – Fratelli Cecchi
Il nuovo disco dei Fratelli Cecchi è fuori dal mainstream. Si tratta di una raccolta di storie in prima persona e avventure raccontate da uno sguardo esterno. Dieci canzoni che toccano le corde giuste, coinvolgenti e profonde.
Si percepisce anche che il loro background è legato al teatro. Lo ritroviamo sia negli elementi citati all’interno dei brani, sia nello stile di scrittura. Più che canzoni a volte ci ritroviamo di fronte a delle vere e proprie sceneggiature. La voce e il ritmo cantautorale di alcuni brani ci portano subito alla mente Giorgio Gaber. Un po’ per la sagacia e un po’ anche per il talento nel toccare temi importanti con leggerezza e delicatezza.
Il brano che sicuramente mi colpisce di più è “Il regista” per la sua ironia, per il suo ritmo frizzante ma soprattutto per il modo di narrare la storia di questa figura del mondo dello spettacolo. “Volevo fare un corto ma mi è venuto un lungo, un film d’autore di quattro ore”, non so bene perché ma mi ha ricordato “Lo shampoo” sempre di Giorgio Gaber.
Altrettanto bello è “Nuvole viola”, molto diverso dal precedente. Si tratta sempre di un brano raccontato in prima persona, ma questa volta la protagonista è una donna che deve fare i conti con la violenza subita. I Fratelli Cecchi riescono davvero a trasmettere e farci immedesimare con la protagonista.
Ma il centro di tutto il disco è senza ombra di dubbio “Guardando più in là”, la title track. In questo pezzo c’è racchiuso tutto il senso dell’album. Questa volta non è un racconto in prima persona, ma un dialogo con un potenziale ascoltatore che non crede in sé e, alla fine, tutto il lavoro può essere racchiuso nella frase: “Il senso di tutta la vita può stare racchiuso nel battito d’ali di una farfalla, se solo tu vivi guardando più in là”.
Il disco è un rompere gli schemi; non farsi ingabbiare e seguire quello che grida con impellenza il nostro cuore. Assolutamente un disco bello che scorre con leggerezza e allo stesso tempo fa riflettere l’ascoltatore. Consiglio a tutti di ascoltarlo almeno una volta, ma non solo con le orecchie ma anche con il cuore.
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