James Marshall ” Jimi ” Hendrix (nato il 27 novembre del 1942 e morto il 18 settembre del 1970) è stato un chitarrista, cantante e cantautore americano. Sebbene la sua carriera sia durata solo quattro anni, è ampiamente considerato uno dei chitarristi elettrici più influenti nella storia della musica popolare e uno dei musicisti più celebrati del 20° secolo. La Rock and Roll Hall of Fame lo descrive come “probabilmente il più grande strumentista nella storia della musica rock“.
La Biografia
Nato a Seattle , Washington, Hendrix iniziò a suonare la chitarra all’età di 15 anni.
Nel 1961 si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti, ma fu congedato l’anno successivo. Poco dopo, si trasferì a Clarksville. Inseguito ancora a Nashville, nel Tennessee.
Qui iniziò a suonare, guadagnandosi un posto nella band di supporto degli Isley Brothers e successivamente con i Little Richard, con i quali continuò a lavorare fino alla metà del 1965. Ha poi suonato con Curtis Knight and the Squires prima di trasferirsi in Inghilterra alla fine del 1966.
In pochi mesi, Hendrix ha ottenuto tre successi nella top ten del Regno Unito con la Jimi Hendrix Experience: “Hey Joe“, “Purple Haze” e “The Wind Cries Mary“. Ha raggiunto la fama negli Stati Uniti dopo la sua esibizione al Monterey Pop Festival nel 1967. Nel 1968 il suo terzo e ultimo album in studio, Electric Ladyland, ha raggiunto il numero uno negli Stati Uniti.
Il doppio LP è stato l’uscita di maggior successo commerciale di Hendrix e il suo primo e unico album numero uno. L’artista più pagato al mondo, è stato il protagonista del Festival di Woodstock nel 1969 e del Festival dell’Isola di Wight nel 1970 prima della sua morte accidentale a Londra per asfissia il 18 settembre 1970.
La maledizione del “Club dei 27”
l mondo della musica ha una maledizione che forse non tutti conoscono: il Club 27. Ne fanno parte famosi “artisti maledetti” della scena rock.
Questo Club quindi è un’espressione giornalistica nata all’inizio degli anni ’70, in seguito alla morte di quattro celebri artisti, scomparsi a 27 anni e in un periodo compreso fra il 3 luglio del 1969 e il 3 luglio del 1971. La curiosa coincidenza della prima e dell’ultima data non è che un piccolo ago in un pagliaio di leggende, complotti e circostanze misteriose. Quando Kurt Cobain passò a miglior vita, il Club era una vecchia diceria senza alcuna rilevanza, ma grazie al frontman dei Nirvana tornò in auge e si impose nell’immaginario collettivo moderno.
Oltre a tanti altri membri aggiuntisi negli anni, il Club annovera una cerchia ristretta composta da nomi altisonanti che hanno vergato pagine su pagine di storia della musica: Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison. Nel ’94, poi, si aggiunse Kurt Cobain, seguito, nel 2011, da Amy Winehouse. Tutti questi artisti rappresentano i cosiddetti “Big Six“, ai quali è accostato colui che è considerato il capostipite della presunta maledizione alla base del mito: Robert Johnson, deceduto nel 1938.
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