Il 9 settembre è uscito finalmente “La città del Sole”, il nuovo album di Teo Gfo. Un viaggio partito dal “sottosuolo” che ci ha portato fino alla città natale del cantautore. Abbiamo ascoltato pezzetto per pezzetto il puzzle che compone questo incredibile e surreale disco.
La città del sole – Teo Gfo
La musica di Teo Gfo ha diverse sfaccettature. Un cantato a metà tra un punk e un cantautore. Melodie che toccano diversi generi, mantenendo uno stile comune e un’impronta unica. Nella sua musica c’è un qualcosa di esotico, spagnoleggiante, etnico. C’è un sapore di viaggio in ogni pezzo, di culture diverse e di voglia di esplorare.
Alla base di tutto c’è il racconto in prima persona delle sue emozioni e delle sue avventure. Tante storie d’amore e di delusioni. Il cantautore utilizza la propria esperienza per raccontarci il mondo e per raccontare anche un po’ noi stessi.
La title track dell’album è un po’ l’essenza del disco, ma anche il manifesto della filofosia di Teo Gfo.
Il primo singolo “Baby” uscì ad inizio febbraio, seguito da Fiori, Matrioska, Lacrime e Il Colore Mancante che insieme a Gente che Corre sono accompagnati da video; tutti già disponibili sulle principali piattaforme di streaming.
Questi nuovi brani oltre ad essere collegati dall’intreccio dei vari generi ascoltati dall’artista e dalla sua energia, sono collegati dalla storia di un concept album. In effetti come dicevamo tempo fa’ questo progetto è un viaggio che parte dall’oscurità del sottosuolo fino ad arrivare nell’omonima Città del Sole, luogo di rinascita nonché ultima tappa di quest’infinito cammino.
In queste ultime uscite emergono influenze che vanno dal rock al rap, dal prog al cantautorato… Presenti anche ottoni con tromba e sax che danno un tocco di anima latina ad alcune canzoni mentre possono ricordare un sound anni 90’ come nel brano “La Città del Sole”.
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