Il 7 ottobre è uscito “vedo il mondo un po’ sfocato”, il debut album di nudda per talentoliquido.
Nottate insonni, risvegli con gli occhi rossi e gonfi di lacrime, paura, solitudine, paranoie e insicurezze. “vedo il mondo un po’ sfocato” è un viaggio in 8 tappe nell’universo più intimo di nudda, fatto di segreti e confessioni racchiuse nei testi introspettivi, nei sintetizzatori fluttuanti, nelle basi taglienti in stile 808s.
Il titolo dell’album è anche il primo verso di comesifa, la focus track che racchiude i tratti distintivi del progetto: “vedo il mondo un po’ sfocato” è una commistione di generi e di influenze, nel quale l’elettro-pop si fonde a elementi di stile e di sound provenienti sia dall’elettronica dance, sia dall’urban e dalla trap d’oltreoceano che fanno da perfetto sfondo alla delicata voce di nudda.
Non abbiamo resistito, volevamo sapere tutto di lei, a partire dai suoi dischi preferiti.
nudda intervista
Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E come mai?
Il primo album che mi sento di dire è “ WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO?” Di Billie Eilish: ci sono tantissime atmosfere che mi hanno fatto capire meglio dove volevo indirizzare anche la mia musica. E’ un album che non mi stanco mai di ascoltare.
Il secondo è “Mentre tutto cambia” di Annalisa, perché da piccola era uno dei pochi album italiani che ascoltavo sempre. Annalisa ha una voce incredibile e i brani del primo periodo musicale sono quelli che ricordo di più e che ho più a cuore.
Il terzo è “Cry baby” di Melanie Martinez, un super album “pazzerello” che mi ha ispirato molto agli inizi del progetto nudda.
Da questo tuo album di debutto “vedo il mondo un po’ sfocato”, si percepisce una malinconia estrema. Ti senti ancora così? Quanto c’è di te qui dentro, e facendo riferimento a quale periodo?
Questa estate ho portato alla finale del Premio Brassens la cover di “Saturne” di G. Brassens e c’è una frase che dice “Sei triste e silenzioso…”. Penso non ci sia frase più sincera di questa nel definirmi, però a tanta “tristezza” c’è anche molto altro. Però nella musica questa sfera, che è tra le più sincere, prende sicuramente molto il sopravvento. E io la lascio scorrere, perché è anche quella che ispira di più i miei brani.
Quali vantaggi ti ha portato la partecipazione ad X-Factor? È davvero tutto finto come sussurra nell’underground?
Sicuramente è stata una vetrina che mi ha portato a conoscere tutto il team con cui lavoro tutt’oggi. Ho conosciuto allo stesso tempo un sacco di bravissimi artisti e allo stesso tempo è stata una bellissima esperienza del tutto vera.
Cosa significa per te essere arrivata al “traguardo” di un album?
E’ una bellissima cosa. Ho sempre sognato a come potesse essere un mio album, con tracce che parlassero davvero di me e di come vedo il mondo e sapere che adesso esiste è davvero emozionante.
Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti?
Assolutamente un Gin Tonic.
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