Cari appassionati di musica, eccoci con il consueto appuntamento delle pagelle di AlEmy! Gli EP del mese di dicembre sono: “Come cani per strada” di Mosè Santamaria, “Worship” di Andrea Agosta ed infine “Underdogs” dei STON & Seabass.
Una piccola descrizione degli album
MOSE’ SANTAMARIA: “Come cani per strada”
“Come cani per strada” è una sorta di viaggio iniziatico alla riscoperta della felicità, non un libro illustrato per bambini. Ogni canzone ti mette di fronte a un aspetto della tua vita alla quale hai dato il potere di fare di te ciò che vuole.
La felicità non è uno stato di euforia o allegria, è la piena e profonda consapevolezza della vita che mi attraversa e della mia autenticità. Questa presa di coscienza, come diceva il Buddha, ti fa vivere gioia e dolore come due esperienze da trattare in egual misura” racconta Mosè Santamaria.
ANDREA AGOSTA: “WORSHIP”
L’EP di Andrea Agosta si compone interamente di materia elettronica. Il producer mette a punto un viaggio sonoro accuratamente studiato per disorientare l’ascoltatore, alternando una dinamica di accumulo e rilascio di tensione.
I titoli dei brani indicano un preciso e chiaro percorso da intraprendere. “La ricerca di un’avventura interiore, di inedite forme di spiritualità, di una “religiosità” viva, rivoluzionaria, che accompagni l’individuo ad approfondire la coscienza, a realizzare in modo alternativo la propria personalità, come essere-nel-mondo, in contrapposizione con una visione del nostro tempo sempre più orientata verso il cinismo e il materialismo”.
STON & SEABASS: “UNDERDOGS”
L’EP è composto da sei brani con beat elettronici a cui si legano sound diversi. Un mix tra rock e pop, legati insieme da un’elettronica anni ’80.
“Underdogs è un progetto nato un paio di anni fa, ma che per diverse ragioni ha visto la luce solo ora. Non eravamo convinti, abbiamo lasciato depositare i pezzi fino a dopo la pandemia“, racconta STON.
Un EP a cui hanno lavorato duramente ed in modo certosino riascoltando ed equalizzando i brani con passione.
“Questa è la storia di Underdogs e l’opinione di chi ha lavorato intensamente e con passione a questo EP, ma ovviamente entrambi siamo ansiosi di vedere come gli ascoltatori recepiranno i brani per cui abbiamo dato il meglio delle nostre attuali capacità”.
LE PAGELLE E I VOTI
“Come cani per strada” di Mosè Santamaria:
Questo album è un racconto che si sviluppa in sette brani. Ogni pezzo contenuto nel disco è una pillola di realtà, che racconta un’esperienza nella quale ci si può ritrovare ascoltandolo. Questo disco ha un ritmo a tratti veloce, a tratti lento. Veloce perché brani come “Come un Buddha sotto a un fico” hanno una densità di parole alta per un brano così breve. Molte parole, scelte con cura, che formano un racconto preciso e a tratti fotografico. Lento perché quelle stesse parole sono da decifrare lentamente, per essere comprese completamente. Un disco che arriva lento, da comprendere, non superficiale.
Un disco tendenzialmente pop, a tratti da ballare, ma di difficile comprensione, non per tutti. Per il Sound, nel quale si sente la ricerca di qualcosa di diverso dal panorama attuale, darei un 7. Mentre per la Comunicazione darei un 6, perché è vero che i testi migliori non sono banali, ma è anche vero che devono arrivare subito in maniera netta… e in questo caso ci si mette un po’ di più.
“Worship” di Andrea Agosta:
Andrea Agosta è un producer siciliano. Con questo EP traccia un percorso immerso nell’elettronica e nelle sue mille sfaccettature. Tra Deep house ed Ambient, ogni traccia trova collocazione perfetta in questo viaggio complesso che ci vuole tirare fuori emozioni a volte inconsce per trasformarle in qualcosa che ci faccia prendere coscienza del nostro essere. Con la scelta dei titoli dei brani, da Nirvana a Dust, il musicista ci vuole portare in un’altra dimensione.
Il Sound, non c’è che dire, è ben strutturato da professionista e un bell’8 non si nega. Per quanto riguarda la Comunicazione, è sempre difficile dare voti di comunicazione a dei brani che non hanno un testo. In questo caso dipende da quello che ti comunica unicamente il sound e la musica stessa… e questo aspetto può essere puramente soggettivo. Quindi, per quanto mi riguarda, l’ho trovato in alcuni brani molto comunicativo, in altri decisamente piatto. Il voto nel complesso è un 6.
“Underdogs” di STON & Seabass:
Nel comunicato stampa di “Underdogs” si legge che “è un EP che sa farsi amare”, e questa definizione è decisamente azzeccata.
Sei brani in cui STON, con la collaborazione di Seabass, sperimenta tra brani più rock come “Hard to Please”, e altri più elettronici e pop come “11 You and I” e “What if”, riuscendo in un mix perfetto e trascinante dall’inizio alla fine. “The Pac-man effect” è geniale nel suo richiamo ai beat dei videogiochi anni ’80.
Nel complesso è un EP molto consapevole sia nel sound sia in ciò che vuole comunicare. Si vede che il lavoro dietro è stato capillare e sono stati attenti ed appassionati su ogni dettaglio di ogni traccia. Il mio voto sia per il Sound che per la Comunicazione è 8.
Per questa settimana è tutto dalle pagelle di AlEmy!
AlEmy
Mosè Santamaria: Instagram – Spotify
Andrea Agosta: Instagram
STON & Seabass: Instagram – Spotify
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