Il 13 gennaio è uscito “I cavalli zoppi baciano meglio”, il nuovo album di Benna. Un disco che parla di persone normali, persone che non sanno di essere speciali.
Cosa succede quando i cavalli diventano zoppi? Spesso vengono dimenticati, non potendo più gareggiare restano lì, ignorati perché incapaci, secondo qualcuno, di dimostrare il valore della propria esistenza.
Concept dell’album sono proprio gli outsider, quelli considerati invisibili o non considerati proprio, le persone normali, quelle che apparentemente non fanno luce. Un lavoro di tre persone che crea un viaggio, una storia. La voce e i testi di Benna, la produzione curata da Mirino, la direzione artistica affidata a Nicholas Manfredini.
I cavalli zoppi baciano meglio – Benna
I CAVALLI ZOPPI BACIANO MEGLIO
Le parole di questo brano riassumono le intenzioni nel disco intero e il tempo in cui questo disco è stato scritto e realizzato. “Mentre diluvio di fuoco ustionano le terre / e sarti cuciono confini sul corpo di Venere / sbattono le ali gli arcangeli delle guerre / e noi, a provare a scolpire figli dalla cenere”. Sono parole apocalittiche, ma piene di speranza, soprattutto la speranza di poter costruire vita. Una canzone sussurrata, corta, lieve, che lascia alle parole il compito di mostrare i muscoli. E così, i cavalli zoppi baciano meglio, le persone ferite, le persone che sembrano non avere importanza in una società che guarda solo ciò che vuole guardare, alla fine, sono coloro che danno di più, che sognano di più. Sono gli invisibili, gli ultimi, quelli a cui nessuno dedica una statua, ma sono anche quelli a cui una statua andrebbe dedicata.
CUFFIE
Siamo su un treno, ci sono delle cuffie, che isolano la mente dai rumori del mondo. Le cuffie sono quello strumento che serve per sentire solo quello che vogliamo sentire, sono quel momento in cui decidiamo noi che rumore fanno i binari, perché alla fine, che sia cantata o solo ascoltata, la musica ci salva la vita.
IL MATRIMONIO DI MICHELE E MARTA
Michele e Marta si sono sposati il 7 dicembre del 2021, l’artista era presente. È stato un matrimonio sincero, che li vestiva benissimo, che li illuminava. Benna ha voluto così raccogliere tutte le sensazioni di quel giorno in cui era lì a gioire per loro da invitato, a gioire perché era presente ad un giorno che, in un modo o nell’altro, non potrà mai essere dimenticato.
OCCHIALI DA SOLE
Guardare il mondo da occhi timidi nascosti sotto occhiali scuri lascia tanto tempo per riflettere. La realtà è che questa canzone, nata subito dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, è una canzone che parla di pace, interiore quanto globale. Di quante cose nascondo gli occhi quando nessuno li vede e di quanto, a volte, il silenzio possa salvare il mondo.
UN CAPPELLO PER TERRA
Un cappello per terra è l’innamoramento di un suonatore di strada, che coltiva i suoi sogni a forza di monetine. Non potrà mai prendersi cura di una persona e non potrà mentirle più di tanto. È un addio scritto, ma senza tristezza. È la consapevolezza di un sogno, anche quando si infrange.
CANZONETTA INDIE
E’ una domenica pomeriggio delle più normali, nel salotto di una casa normale. È l’amore di due persone normali, diametralmente opposte tra loro, che coltivano l’amore arricchendosi delle loro diversità, perché in fondo, nessuno di noi è uguale all’altro e meno male, altrimenti sai che noia.
IL PESCE ROSSO
La natura del pesce rosso è strana, per sopravvivere non può restare troppo a galla. E così anche chi crea, ha bisogno di affondare nel proprio limbo per trovare le risorse per esprimere quello che sente. E va bene, va bene affondare, anche se a volte è davvero pericoloso.
Questo brano ha, come tanti nel disco, due livelli di lettura, visto che è accompagnato da una produzione che risulta, al primo ascolto, estiva e leggera, una maschera ad un testo che di leggero, non ha niente.
IL PANE
La vita è come il pane, silenziosamente lievita. È una canzone da genitori. E l’essere genitori è il viaggio più bello che si possa fare. Solo che durante il viaggio passa il tempo, si trasforma lo spazio, di restringono gli spazi, si inerpicano le strade. E quando ti volti indietro qualcosa è per forza rimasto indietro e ti coglie presto o tardi la paura di non poter rivivere certi momenti.
ABBIAMO VINTO GLI EUROPEI
E’ solo una palla che rotola. E invece no, non lo è. Un’emozione non vale tanto o poco in base al nostro interesse per ciò che la provoca. Facile il riferimento al calcio tanto snobbato dai radical chic. Questa canzone è nata dopo la finale degli europei del 2021, mentre l’artista guardava il figlio festeggiare qualcosa che non aveva mai festeggiato e pensava, intanto, alla fortuna di essere insieme. Pezzo molto prezioso anche grazie alla strofa di Barf.
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