È uscito domenica 29 gennaio 2023 il nuovo (secondo) singolo del progetto Elektrostal. Il trio composto da Kole Laca su Synths/Efx, William Nicastro al basso e Marco Quarantotto alla batteria. Impulsi nuovi che si aggiungono alla scena underground: quella dei locali fumosi e sotterranei, quelli dove si fuma tanto, non si parla più di generi (non è così semplice dividere la musica in jazz o elettronica…), e dove si balla anche parecchio. Elektrostal nasce una jam session lunga tre giorni in un bosco in Liguria, e ci porterà presto ad un nuovo disco.
Noi non potevamo che incontrarli, per far loro qualche domanda.
Elektrostal intervista
A quando risale la misteriosa jam session che vi ha portato ad essere gli Elektrostal? C’entra qualcosa il Covid e il periodo della quarantena?
Certo che c’entra! Come per tutti, suppongo. E sarebbe anche interessante fare una ricerca su quanto il Covid abbia obbligato/indotto a cambiare direzione i musicisti in generale.
Nel nostro caso la jam session è stata nel Settembre 2019. Io, Kolë, avevo preso tutto il materiale ed ero rimasto d’accordo con Marco e William che prima o poi avrei fatto il mix. Era un “prima o poi” indefinito, pericolosamente confinante con il “mai”. Però “poi” è arrivato il Covid! Ammetto che per me questo disco è stato una salvezza! Anziché trovarmi con nulla da fare avevo un obbiettivo preciso, un lavoro quotidiano. Infatti per me il periodo peggiore del Covid è stato Giugno 2020, quando avevo finito di mixare il disco e all’improvviso, questa volta sì, non avevo niente da fare!
Quali sono tre dischi che potrebbero aver influenzato gli Elektrostal? O che, più semplicemente, ci consigliereste se ci fosse piaciuto il vostro primo singolo? E come mai?
Nel nostro caso è difficile parlare di tre dischi. Piuttosto potremmo parlare di tre musicisti/gruppi. Cioè noi, riguardo a questi tre giorni di pura improvvisazione, possiamo parlare, ancorché con il senno di poi, di chi ha influenzato di più le nostre improvvisazioni. Sicuramente Medesky, Martin & Wood. Dalla loro discografia potremmo scegliere “Notes from the underground”. Miles Davis? Bitches Brew? E’ difficile dirlo anche per noi. E perché no “Kind of Blue”, nella misura in cui i temi e le improvvisazioni sono fatte di pochissime note. Ovviamente siamo lontanissimi da questi capolavori ma Miles Davis rimane una fonte d’ispirazione per tutti i musicisti, anche quelli a venire. Il terzo è un gruppo ma anche un album, in questo caso. Perché si tratta di un gruppo che, per ora ha fatto solo un album: Dawn of Midi, Dysnomia. E’ un album del 2015. Marco me l’aveva consigliato e, secondo noi tre, è uno dei progetti musicali più interessanti degli ultimi 20 anni. Loro sono un trio: contrabbasso, batteria e pianoforte però se qualche burlone ti dicesse che è un album di elettronica, ascoltandolo ci crederesti.
E riguardo la vostra formazione, avevate già collaborato prima? Come eravate certi che avrebbe funzionato?
Io e Marco suonavamo insieme 20 anni fa nel gruppo East Rodeo. Con William abbiamo collaborato in diversi dischi e progetti ma senza mai far parte dello stesso gruppo. Eravamo certi che avrebbe funzionato perché più di 10 anni fa ci eravamo trovati casualmente in una sala prove, a Lissone, in cui ci eravamo messi a improvvisare per qualche oretta. Da quel giorno, per quasi 8 lunghi anni ci ripetevamo “ma perché non facciamo un disco”? Ovvio che avrebbe funzionato! Si trattava di una domanda cui ci abbiamo messo 8 (o forse più) anni a rispondere!
E quanto è stato importante avere un luogo suggestivo come questa casa a Cairo Montenotte, per la riuscita di questo vostro disco in uscita?
Quello è stato fondamentale! Per noi si trattava di una vacanza in cui anziché limitarci a drogarci, abbiamo anche suonato e registrato un disco!
Che cosa significa “Emocionalna Nestabilnost”, il titolo del vostro primo singolo?
Instabilità emotiva. L’unica modalità esistenziale, no?
Ultima domanda: se foste un drink, quale sareste?
Assenzio!
Leggi anche: “No Fun At All: due date in Italia nel 2023”