Guidoboni: “Ascolto molta musica e roba che mi piace!”

Fuori da venerdì 13 gennaio “Bella Figura”, il singolo di debutto del progetto solista di Filippo Guidoboni, in arte, più semplicemente, Guidoboni. 

Guidoboni ci conduce per mano nel suo personalissimo mondo dolce-amaro, dove non manca l’ironia figlia dei migliori Dalla e Graziani ed un’estetica alla Wes Anderson. Dedicato a tutti quelli che sono stufi di nascondersi.

Noi abbiamo deciso di intervistarlo, partendo dai suoi tre dischi fondamentali, e tutto il resto è arrivato di conseguenza.

guidoboni intervista

Guidoboni intervista

Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E per quale motivo?

Buon compleanno Elvis di Luciano Ligabue (1995). Mia madre era una grande fan (ci siamo fermati entrambi di ascoltarlo dopo Nome e Cognome, 2005) e nonostante la giovine età che avevo mi ricordo ancora mia madre quando compró il cd e lo ascoltammo in macchina. Per fortuna che esiste spotify perché il cd è praticamente inascoltabile da quanto è rovinato.

Born to run di Bruce Springsteen (1975). Sempre grazie a mia madre grande fan del Boss (ora è passata ai Foo Fighters). Che vi devo dire? Thunder Road, Tenth Avenue Freeze-Out e Born to run. È il Boss. Come si fa a non amarlo? E comunque anche se non lo ami questo è un album indimenticabile.

Trouble di Ray LaMontagne (2004). Ha una storia particolare. Una ragazza con cui ho condiviso un po’ del mio tempo aveva deciso di regalarmi quest’album in formato CD, il primo di Ray LaMontagne e il primo album importante per lei. Io faccio gli anni a gennaio, lei a dicembre, la storia finì ad ottobre. Per chiudere il cerchio pochi mesi dopo per il suo compleanno le regalai il vinile. L’album per me divenne per ovvie ragioni importante, soprattutto dal punto di vista musicale cambiò il mio orecchio. Lei divenne una canzone.

Esiste una scena musicale in Emilia Romagna? E com’è?

Spero di sì. Non la conosco. Ho frequentato la scena musicale di Ferrara e d’intorni fino alla fine dei miei studi (2013) poi mi sono trasferito a Verona per lavoro e cambiare aria.

È vero che le chitarre nei brani indie sono passati di moda?
Ascolto molta musica e roba che mi piace, e in quello che mi piace le chitarre ci sono.

Un sound del genere, tra Paolo Nutini e i Franz Ferdinand, forse in italiano non esisteva ancora. È stata una ricerca stilistica voluta, oppure è qualcosa che è uscito quasi per caso?

Oddio, mi hanno paragonato altre volte a Paolo Nutini per via della mia voce ma mai ai Fran Ferdinand. Mi fa piacere anche se non sono un cultore della loro musica. Per quanto riguarda la ricerca stilistica posso dire che c’è stata grazie al il team di produzione formato da Alex Elena (nominato ai Grammy, produttore di tanti artisti come Lily Allen, Alice Smith e Citizen Cope) e Mattia Mari (L’Avvocato dei Santi, Giuda, Belladonna).

Io ascolto molta musica, prendo quello che mi piace, butto giù qualche idea e poi la lascio nelle memo vocali del telefono per mesi. Poi quando arriva qualcosa di cui voglio parlare e scrivere allora tiro fuori da quelle vecchie memo quella base, quella sequenza di accordi che mi tengono sveglio e andare a dormire non ne vale la pena.

Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perchè?
Non lo so. Vivo da 5 anni a Verona e non ho ancora imparato a bere.

 

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