E’ uscito il 13 gennaio “Living Has Consequences” il nuovo disco degli Stanis. Sette tracce travolgenti di puro punk in cui l’attenzione è concentrata più sulla melodia che sul testo, lo si percepisce dalle parti strumentali che prevalgono.
Stanis – Living Has Consequences
Leggiamo che gli Stanis sono cresciuti a pane e punk rock tra Propagandhi, NOFX, Lagwagon e Good Riddance. Le influenze si percepiscono parecchio, ma sentiamo un po’ di tutto il genere. Brani veloci e incalzanti che ricordano a volte gli Ska-p e altre i primi lavori dei Sum 41.Non mancano anche brani più hardcore.
Il primo brano “To realize” mi ha catapultato nei miei vent’anni quanto andavo in giro per l’Italia a seguire le band punk della zona. Un suono grezzo, ma vivo che dà il meglio di sé sul palco. Gli Stanis non sono da Spotify, ma da palco. Punk in tutto per tutto, anche nella simpatia e nell’originalità. “To be short” è “short” in tutti i sensi. “To cover” ha il classico stile ska che fa impazzire le folle.
Insomma, “Living Has Consequences” è un disco che spacca! Le melodie ti entrano dentro. Unica pecca è forse la pronuncia un po’ troppo all’italiana. Altro piccolo dettaglio è che forse ricorda un po’ troppo altre band e i pezzi tra loro non hanno ancora troppa armonia.
“Quest’album a nostro parere rappresenta una crescita rispetto a quello precedente, sia nella forma che nei contenuti. Le tematiche affrontate nei testi, pur trattando sempre situazioni di vita vissuta, manifestano una maggior emotività e un’attenzione particolare nella definizione di sentimenti comuni a tutti noi”, raccontano gli Stanis a proposito di Living Has Consequences. “Riteniamo che questo disco sia una tappa importante perché definisce sempre di più il legame tra di noi e rispecchia in pieno la gioia e la passione che sprigioniamo quando suoniamo assieme”.
Leggi anche: “No Fun At All: due date in Italia nel 2023”