È uscito venerdì 20 gennaio 2023 “Lo farei”, il nuovo singolo di Torchio, fuori su tutte le piattaforme digitali per Ohimeme. Il brano snoda la storia di un adolescente che viveva i propri tormenti immaginando le ballads che avrebbe voluto cantare, ed è influenzato dalle “Murder Ballads” di Nick Cave, del 1996. Una canzone insolitamente intima e diretta per Torchio, che si avvale della collaborazione di Andrea Manuelli al piano distorto e Sebastiano De Gennaro (Calibro 35, Baustelle, Silvestri, Capossela…) alle percussioni, rumori ed atmosfere.
E non potevamo che intervistarlo, a partire dai suoi tre album preferiti.
Torchio intervista
Quali sono i tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E perchè?
Tre sono davvero pochini , quindi per raccogliere in un concerto immaginario i cantautori italiani degli anni 60, 70 e 80, cito l’ album del 1976 “ho visto anche degli zingari felici” di Claudio Lolli. Perché è un capolavoro ed è il primo album che acquistai da ragazzino al prezzo imposto di 3500 lire( così era scritto), durante un concerto di Edoardo Bennato in cui ero riuscito ad intrufolarmi. Fra gli eskimo di quegli adulti che non sempre capivo ed il tifo da stadio che si liberò durante la canzone “in prigione, in prigione” di Edo passai una serata magica. Lolli lo ascoltai in un bellissimo live anni dopo , Lolli era indubbiamente unico. Sono stati i cantautori prima e certo rock dopo a guidarmi fra concerti e dischi memorabili. Penso al 1995 , a “Mellon Collie And Infinite Sadnes” di The Smashing Pumpkins , il rock che racconta di disagio senza inutile retorica. Quell’album era ed è emozione pura. Del1997 invece e’ “Tabula rasa elettrificata” con i C S I di Ferretti, Zamboni, Maroccolo , Canali e Ginevra Di Marco a rappresentare tutto il rock alternativo italico di quegli anni e credo sia sufficiente l’ ascolto del brano “Forma e sostanza” a darne conferma.
Quale esigenza artistica ti ha spinto a tornare con “Lo farei”, il tuo nuovo singolo? E perchè proprio adesso, nonostante sia un testo che arriva direttamente dalla tua adolescenza?
Trovo discutibile ed anche un po’ buffo il giovanilismo, almeno quanto le mode che rendono simili le scelte di parecchie produzioni nella musica pop . Sia chiaro c’ è anche tanta bellezza ma solitamente la trovo in coloro che riescono a muoversi lontani dagli stereotipi o almeno ci provano. Io ho semplicemente scelto di prendere una piccola poesia scritta da quel quattordicenne tormentato che ero, per creare un abbraccio immaginario con l’adulto che l’ esistenza mi ha concesso di diventare, di essere. Abbiamo scelto una partitura di pianoforte in qualche modo vintage per poi distorgerne il suono che con l’utilizzo di percussioni e rumorismi va a circondare la voce. Questa è “Lo farei”.
Hai mai paura di esporti troppo in ciò che pubblichi?
Sinceramente no, siamo esseri viventi spesso in contraddizione con noi stessi, ma ho smesso di aver timore di me stesso e per me stesso da parecchio tempo. Preferisco cosi occuparmi del bene altrui. Forse tutto questo c’ entra poco con le canzoni… o forse no?!
E come sta la scena musicale piemontese?
Tutto si modifica e gli ultimi anni hanno complicato la situazione per quei club e locali in cui si faceva musica live. In Italia “resistono” i grandi eventi senza creare nulla di veramente resistente, sappiamo che la musica è anche tanto altro. In ogni caso “La scena” , la musica , non si fermeranno mai , in Piemonte come ovunque ed è una fortuna. Godiamocela.
Ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti, e perchè?
Sicuramente un vodkatini. Perché non devo più berne.
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