Disponibile da venerdì 24 febbraio “Branchie”: il nuovo singolo di PON¥, fuori per La Valigetta, anticipa il primo album in uscita venerdì 10 marzo, una nuova avventura nel cantautorato lo-fi indipendente dal titolo “CANZONI MOSTRI”.
In “Branchie”, chiudendo gli occhi, si viene trasportati dalle onde del mare blu – “dove l’acqua è purissima” – di PON¥: la musica del talento de La Valigetta incanta, creando un senso di intimità e di pace nell’ascoltatore, che entra in punta di piedi nel suo mondo lo-fi, fatto di sonorità essenziali ed eteree, di poche ed evocative parole, molti riverberi, dove i silenzi giocano un ruolo importantissimo, offrendo un rifugio sicuro in cui nascondersi e sentirsi protetti.
Nono potevamo lasciarcelo sfuggire, e lo abbiamo intervistato a partire dai suoi tre dischi preferiti.
PON¥ intervista
Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E perchè?
Mule Variations di Tom Waits perché mi ha insegnato che si può cantare di cose sbagliate registrate in modo sbagliato. Either/Or di Elliott Smith perché è un dono di dio, se ne esistesse uno. E poi l’opera omnia di Daniel Johnston, perché è quanto di più vicino alla purezza esista in musica.
Questa canzone che possiamo definire subacquea. In un periodo di quasi iper produzione e voci artificiose, come mai questa scelta in una direzione che va verso un lo-fi quasi estremo?
Perché io non esisto senza i miei difetti, e così le canzoni che scrivo. La sporcizia e le imperfezioni sono quasi più importanti delle canzoni stesse. La perfezione è quanto di più vicino alla noia possa esistere.
E, definizione personalissima, cosa rende un pezzo lo-fi?
La bassa fedeltà è già di per sé una definizione. Ma io credo abbia senso solo quando non risulti artificiosa. Il lo-fi è mezzo e messaggio frullati insieme, uno non potrebbe esistere senza l’altro.
Come sei entrato in contatto con La Valigetta?
Tramite Riccardo di Dellacasa Maldive. Avevo registrato tre dischi: uno di canzoni mie, uno di cover e uno di strumentali. Cercavo chi me li pubblicasse, e Marco della Valigetta mi ha fatto la proposta più sensata, oltre a distogliermi dall’idea di cestinare tutto non più tardi di due mesi fa, cosa per cui lo ringrazierò sempre. Alla fine uscirà solo un disco su tre, ma forse è giusto così.
Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perché?
Odio quasi tutti i cocktail, credo sarei del vino rosso. Fermo ovviamente. Il rosso frizzante è una merda.