Eleonora Elettra: “mi sento più libera di esprimere me stessa”

È uscito venerdì 31 marzo 2023 in distribuzione Artist First il nuovo singolo firmato da Eleonora Elettra, alter ego della riminese doc Eleonora Zanotti. Un nuovo capitolo che segue “Non riesco”, e che nuovamente unisce un’anima pop ad atmosfere più tormentate, un mondo in cui si ritroveranno tutte quelle persone che si fanno troppe domande. Al contrario di ciò che si può pensare leggendo il titolo, non parla di una persona, ma di una sindrome. La sindrome di Rebecca è la gelosia retroattiva, qualcosa di molto comune ma che fa star male tante persone. 

Noi l’abbiamo intervista, partendo dai suoi tre dischi fondamentali.

eleonora elettra intervista

Eleonora Elettra intervista

Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E per quale motivo?

“…Squérez?”dei Lunapop è il primo disco che ho voluto da piccola. È importante per me perché rappresenta la mia generazione e sono molto legata a Cesare Cremonini come cantautore. 2. “THE E.N.D.” dei BLACK EYED PEAS mi ricorda un momento particolare della mia vita in cui mi stavo avvicinando al mondo della musica in maniera più concreta e in cui ho iniziato ad avere le prime band. 3. “Life in Cartoon Motion” di Mika: questo album sapeva tantissimo di pop, ma anche di nuovo, sia per la musica che per la voce di Mika che era molto affascinante e qualcosa di diverso dal solito… ricordo che lo ascoltavo a ripetizione.

Come mai pensi che la gelosia retroattiva sia un tema così sensibile e caro per così tante donne? Ed è un problema solo femminile? Cosa ne pensi?

Credo sia un tema sensibile perché ne ho sentito spesso parlare, ho sentito anche spesso persone farsi problemi mettendosi a confronto con gli ex-partner degli attuali compagni. In questo caso specifico mi sono riferita alle donne perché la sindrome di Rebecca parla di una donna gelosa, ma credo che sia un tema che tocca tutti, uomini e donne indistintamente.

Credi che la musica possa essere un buon mezzo anche per veicolare dei messaggi utili a prevenire degli spiacevoli fatti di cronaca? È stato anche questo a spingerti a scrivere “Rebecca” o ti sei mossa più per motivazioni personali?

Credo che la musica debba essere un mezzo per veicolare messaggi importanti e che debba aiutare a riflettere e a scappare da situazioni sbagliate. Ovviamente poi in aggiunta quello che mi spinge a scrivere tocca sempre anche me.

Leggiamo che avevi un’etichetta ma ora non più. Cosa ti ha spinto a tornare indipendente? E quali sono stati i vantaggi di questa scelta che ritroviamo in così tanti artisti ormai?

Ho comunque un team di persone con cui lavoro e che mi seguono da vicino della mia zona e con cui mi trovo divinamente… inoltre mi sento anche più libera di esprimere me stessa senza dover per forza seguire una linea che non mi si addice.

Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perchè?

Sarei un Moscow Mule con lo zenzero che pizzica, ma dà sollievo alla gola.

 

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