È uscito venerdì 17 marzo 2023 su tutte le piattaforme digitali “Eager eyes”, il primo singolo dei Masseduction. Un nuovo capitolo per la band militante nella scena underground di Roma che aveva esordito nell’estate del 2022 con una cover di “NDA” di Billie Eilish, a cui segue Bells in Santa Fe di Halsey, collegandosi all’influenza di artisti del calibro sulla scia di Nothing But Thieves, Royal Blood o Lenny Kravitz.
Noi li abbiamo intervistati, iniziando come sempre dai loro tre dischi fondamentali. Ecco com’è andata!
Masseduction intervista
Quali sono tre dischi che a vostro parare sono stati fondamentali per la vostra formazione musicale? E per quale motivo?
Probabilmente mi sbilancerei su ‘Broken Machine’ dei Nothing But Thieves, l’omonimo dei Royal Blood e ‘5’ di Lenny Kravitz. Tutti e tre, in modo diverso, forniscono un’interpretazione del rock fantastica: dietro scelte apparentemente “ruffiane” c’è un’eleganza incredibile nel modo di suonare e nelle scelte adottate. Dritti al punto, ma che stile.
Come mai avete scelto di esordire proprio oggi con “Eager Eyes”? Cosa c’è prima di questo singolo nel vostro passato musicale?
Eager Eyes rappresenta l’inizio di un percorso in termini di songwriting e di ricerca di sonorità. E’ stato uno dei primi pezzi che abbiamo scritto insieme, per cui in un certo senso capire da dove cominciare non è stato troppo complicato. La scelta di iniziare con le cover e non con gli inediti ha accelerato questo passaggio, trovando già lì l’identità che cercavamo. Ripensare due canzoni lontanissime dal rock come ‘NDA’ di Billie Eilish o ‘Bells in Santa Fe’ è stato davvero stimolante, sopratutto nel secondo caso dove tutto gira intorno a synth e voce. Di base era un foglio bianco sul quale potevamo disegnare quello che ci pareva. Così è stato.
Vi sentite mai sopraffatti dalle numerosissime uscite settimanali? Siete attenti alle nuove uscite? Che tipo di ascoltatori siete?
E’ allo stesso tempo stimolante e stressante: da una parte hai tantissima musica di qualità a disposizione, dall’altra la necessità di trovare spazio anche per te in questa competizione globale. Da ascoltatori siamo sempre alla ricerca di nuova musica e possibilità di contaminazione, capita spesso di intercettare prima degli altri alcune band che pian piano stanno guadagnando la meritata visibilità. Cosa ascoltiamo? Di base tanto rock, ma ognuno di noi guarda con attenzione in campi diversi: chi al country blues, chi all’elettronica piuttosto che al rap. In alcuni casi si percepisce nella nostra musica questa contaminazione di generi.
Cosa potete raccontarci invece della scena romana? Vi sentite effettivamente parte di una scena? Quali luoghi vi legano?
Definirla scena forse è una parola grossa, Roma non ha un movimento rock molto forte come in altre città italiane. Tuttavia ci sono alcuni artisti che stimiamo tantissimo e per il quale facciamo il tifo per primi. Qualcosa sta cambiando anche grazie all’aiuto delle radio e di alcune organizzazioni.
Percepiamo molta energia, ma secondo noi stenta ad esserci la vera consapevolezza tra i vari artisti di poter creare un vero e proprio movimento. In occasioni dei live è molto facile incontrarci in quel club piuttosto che un altro, frequentare i locali che propongono musica dal vivo fa parte della nostra identità.
Ultima domanda: se foste un drink quale sareste e perchè?
Mint Julep: da una parte hai il sapore deciso del Bourbon ammorbidito dalla menta fresca. Il risultato è una base intensa, ma con un retrogusto più morbido. Esattamente come riff potenti accompagnati da melodie orecchiabili.
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