È uscito venerdì 5 maggio 2023 il nuovo singolo di Irene Mrad, cantautrice italo-libanese classe 2003, dal titolo “Ti voglio bene”. Questa frase è il centro dell’inedito e il testo si sofferma sul peso che porta con sé questa affermazione, sottolineando il fatto che non è per niente scontato dire a una persona “ti voglio bene” e dall’altro lato, sentirselo dire.
Il brano presenta l’inizio di una svolta nel percorso artistico di Irene, grazie anche alla collaborazione con l’etichetta discografica Zante Label. La canzone è stata scritta, in testo e in musica, da Irene e prodotta e arrangiata da Il Metz.
Noi eravamo curiosi, e l’abbiamo intervistata, cominciando come sempre dai suoi tre dischi preferiti, ed ecco com’è andata.
Irene Mrad intervista
Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E per quale motivo?
Ascolto tanta musica, di qualsiasi genere, su Spotify ho salvato più di 1.200 canzoni. Prendere spunto da generi diversi è la chiave dei miei brani, quello che mi piace lo prendo e lo riadatto alle canzoni che scrivo. Per cui è sicuramente difficile scegliere solo tre dischi, ma ci proverò. I dischi che mi piacciono da morire e che sono stati molto importanti per me sono:
– “Aretha Now”, il quattordicesimo album di Aretha Franklin, pubblicato dalla Atlantic nel 1968. Il soul è un genere che sto cercando di acquisire negli ultimi anni, studiando (e ricercando) il groove e gli sporcamenti giusti.
– “Ok”, album di Gazzelle uscito nel 2021. L’indie mi ispira per i testi e il mood delle canzoni.
– E ultimo, non meno importante, l’album “Studio Uno ’66” di Mina. Studiare le canzoni di Mina è sempre una scoperta. Il suo sound è particolarissimo e ci mette una passione incredibile mentre canta.
In che senso “Baciami”, titolo del tuo singolo più recente, è un titolo ossimorico?
“Baciami”, è il mio nuovo singolo, uscito il 3 marzo su tutte le piattaforme digitali. Il brano ha un testo ossimorico perchè è in continua lotta tra l’amore e la paura di affrontarlo. Parla di un amore fortissimo che viene ostacolato da qualcosa di indefinito che oscura e distorce la visione della relazione, e che non le permette di fiorire.
Hai mai paura di esporti troppo nei tuoi pezzi? Che rapporto hai con gli ascoltatori che ti conoscono anche nella tua vita reale?
Non nego che le mie canzoni nascono da esperienze personali, anche se cerco di lasciare all’ascoltatore il compito di leggere tra le righe. Cerco di rendere universale il messaggio che voglio trasmettere, perché comunque credo che le mie esperienze ed emozioni siano molto comuni nei ragazzi della mia età.
Molti miei amici ascoltano le mie canzoni, ma “svelo” solamente agli amici più stretti i significati più profondi e le storie personali che ci sono sotto.
E chi sei quando non hai a che fare con la musica?
Sono una ragazza normalissima, sono al primo anno di università, studio Logopedia alla statale di Milano, percorso che rimane comunque collegato a tutto il discorso della musica. È stato infatti studiando il metodo EVT a lezione di canto che mi sono innamorata dell’anatomia e della fisiologia dell’apparato fonatorio, e allora è stato proprio facile scegliere la facoltà da intraprendere dopo la maturità.
Ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti e perchè?
Se fossi un drink sarei decisamente il Disaronno Sour, amaro ma allo stesso tempo dolce, un po’ come me d’altronde. Anche se non ti piace il gusto dell’amaretto, non ci vorrà molto per innamorarti ti me, te lo posso assicurare…
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