Millepiani è un cantautore speciale. Ora, sembra essere pronto per una nuova fase del suo percorso: dopo “Krakatoa”, “Un bagno di stelle” è la conferma della qualità poetica di un progetto da tenere d’occhio.
Millepiani intervista
Ciao Millepiani, abbiamo parlato di te in passato ed è un piacere ritrovarti con questa nuova uscita, “Un bagno di stelle”, a poche settimane di distanza dalla pubblicazione di “Krakatoa”. Beh, sembra essere un buon momento creativo per te! E’ così?
Ciao e grazie per questa intervista, il piacere è mio! Sì, in effetti sono in un momento di alta energia creativa, questi due singoli anticipano il nuovo album che sto componendo, in produzione presso La Clinica Dischi. Come l’album precedente anche in questo caso si tratta di un concept-album, ma ogni canzone vive di una propria identità precisa e tutto il disco può essere altresì considerato come una collezione di singoli.
Il tema generale del nuovo LP sarà il rapporto tra l’individuo (l’Uomo) e la Natura (il Cosmo).
La Natura in questo caso non è solo l’ammirazione intima della bellezza fine a se stessa, ma anche la sua manifestazione catastrofica e distruttiva. E’ un disco che ci pone di fronte alle forze primordiali del Cosmo, ma anche all’alienazione dell’Uomo contemporaneo, che vive immerso nella sua tecnologia sempre più astratta e dissociante.
C’è però anche la ricerca della via da percorrere per ritrovare se stessi, attraverso la fusione e lo smarrimento, attraverso la deriva che ci porta a perderci nel mistero dell’Universo e della Vita, a contemplarlo.
All’orizzonte si staglia il profilo di un disco che profuma di buono: ecco, che profumo ha questo album che stai per sfornare?
Ha il profumo del bosco, dove ho scritto parecchie canzoni; di autunno e di funghi, di muschio e di foreste di castagni. Della luce radente che filtra tra gli alberi e che ti porta verso altri universi.
Profuma anche di spiaggia invernale, con l’odore forte e pungente del mare, delle alghe e delle conchiglie, delle onde e della spuma marina. Di ferro arrugginito, delle bitte sui moli, delle gru del porto e delle navi mercantili cariche di container.
Ma profuma anche di deserto, delle dune del deserto di Fuerte Ventura, che si tuffano nell’oceano, di palme e dell’asfalto delle strade solitarie.
Profuma di macchia mediterranea, di mirto e di Sardegna, dove nell’entroterra, di notte, si può ammirare un cielo stellato perfetto, e scorgere perfino la Via Lattea.
“Krakatoa” ha aperto le danze inserendoci in un “meta-mondo” che in realtà è più che attinente al reale: perché hai deciso di ripresentarti proprio con questo brano?
“Krakatoa” ha anticipato le tematiche e le sonorità del prossimo concept album in produzione, che riflette sul rapporto ancestrale tra uomo e natura e sulla necessità di ritrovare questo equilibrio perduto.
“Un bagno di stelle” ricalca gli stessi temi proiettandoli però nel rapporto con l’altro, non più un viaggio solipsistico nelle forze primordiali della natura, ma una catarsi insieme all’altro di fronte all’infinità dell’Universo e dello Spazio Tempo.
Un invito a ritrovarsi insieme, a comunicare, a cogliere questo mistero insondabile e bellissimo delle forze creatrici della Natura. Una visione panteistica che ricomprende in se stessa il principio antropico, ovvero la bellezza del Cosmo che vive in noi, ed essa esiste proprio perché ci siamo io e te, esseri umani, a contemplarla.
Oggi, “Un bagno di stelle” conferma lo slancio riflessivo del tuo progetto. C’è una visione, dietro la canzone, che sembra scatenarne altre mille; come nasce il brano?
Gli strumenti di indagine per la mia poetica sono gli stessi del precedente lavoro: la filosofia, il pensiero razionale e il suo rapportarsi all’irrazionale. Ma non è solo una ricerca dialettica e razionale, quella che mi spinge a scrivere le mie canzoni: la scintilla è emotiva, sentimentale, amorosa.
“Un bagno di stelle” è praticamente nata in un giorno, da un semplice giro di accordi alla chitarra che non riuscivo a smettere di suonare. Sentivo che mi portavano da qualche parte, poi la melodia è venuta da sé, strofe e soprattutto il ritornello. Le linee melodiche mi hanno ispirato il testo, era come se fosse già nascosto lì, nelle note, come se ci fosse una visione dentro, un quadro, una fotografia della “situazione” che racconto nel brano. Mi è piaciuta subito moltissimo e l’ho registrata di getto, trovando anche “il canto del pianeta Terra” che si sente nell’intro che ho realizzato distorcendo la mia voce.
Successivamente, in studio di registrazione, in fase di produzione, con i miei produttori abbiamo deciso di inserire il solo di chitarra incredibile suonato da Altrove che spinge ancor di più il pezzo nella stratosfera e i suoni elettronici e i sinth del ritornello “a vele spiegate” che caratterizzano il pezzo e rendono il suo sound così originale.
Il singolo sarà inoltre corredato anche dal video che uscirà a breve, un piccolo cortometraggio ambientato in un bellissimo bosco delle Alpi Apuane con una coppia speciale protagonista e un finale a sorpresa alla Lars Von Trier che vi lascerà veramente a bocca aperta! In questo video c’è in poco meno di tre minuti tutto il significato non solo del singolo, ma di tutto il futuro concept album, sono davvero soddisfatto di come è stato prodotto e raccontato!
La dimensione live aprirà certamente nuove porte alla percezione del tuo progetto: hai qualcosa in cantiere, per l’estate?
Ho avviato una collaborazione con il chitarrista e arrangiatore Diego Colletta per portare live il progetto in duo voce e chitarra, con loop, sequencer e drum machine, per avere una configurazione snella ma curata nell’esecuzione e nel suono. Gli arrangiamenti saranno molto allineati con il sound del disco e dei singoli, per mantenere lo stile e l’atmosfera degli originali. Abbiamo già diverse date per quest’estate quindi… non mancate!