Fuori da venerdì 7 luglio 2023 per Le Stanze Dischi il nuovo singolo dei Megattera dal titolo “Rido”. Dopo “Whale” e “Ginko”, il duo milanese ci accompagna in questo inizio estate con un brano soul-funk intriso di positive vibes nato in un periodo difficile, ovvero quello del lockdown. Un pezzo che è un vero e proprio antidoto contro le emozioni negative che possono emergere nei momenti di crisi.
Megattera intervista
Ci raccontate in qualche parola la genesi del progetto Megattera?
Megattera nasce dal desiderio di esprimerci con un nostro linguaggio, provando a dare vita a un mondo e un immaginario che ci rappresentassero appieno. Dopo tanti anni a suonare insieme – quasi tredici per la precisione -, abbiamo cominciato a scrivere i nostri brani quasi per caso. La spinta è stata il viaggio interiore percorso fin qui e l’esigenza di esplorare parti di noi che ancora non avevamo messo in campo. Marianna è partita per un viaggio nelle Egadi che è stato spirituale oltre che fisico e, dopo un’esperienza meditativa quasi magica, ha scritto il primo brano in assoluto (che è anche il nostro primo singolo, Whale, uscito lo scorso anno). Da quel momento, è cominciato un viaggio bellissimo che ci sta insegnando molto, prima di tutto di noi stessi e del nostro modo di comunicare e suonare.
Che cosa rappresenta per voi l’animale che dà il nome al vostro duo?
Per noi la balena rappresenta un animale-totem, una sorta di spirito guida indissolubilmente legato al nostro viaggio nella scrittura. Marianna ha subito la fascinazione di questo animale a partire dal primo brano che ha scritto, Whale. In quel periodo tante balene hanno “incrociato” la sua strada: una serie di regali, libri letti e casualità, ci facevano vedere balene ovunque. Visto che per noi il caso non esiste, ci è sembrato che avesse molto senso dare il nome Megattera al nostro progetto. La simbologia della balena ci ha convinto definitivamente: un animale immenso, misterioso che rappresenta l’immersione nelle profondità dell’inconscio e la saggezza atavica e la forza della natura.
Avete definito “Rido” come un antidoto al dolore e alla paura. Diteci qualcosa di più su questo concetto.
La prima bozza del ritornello di Rido risale al periodo del Covid e del lockdown. Abbiamo attraversato fasi molto diverse in quel periodo: paura, apatia, incertezza. Quell’idea continuava a girarci per la testa e abbiamo capito che poteva essere uno strumento per uscire da uno stato di torpore della scrittura nel quale eravamo entrati. La sua genesi è stata lunga e sofferta, ma la chiusura del pezzo ha coinciso anche con una sorta di rielaborazione e riscatto della sofferenza di quel periodo. Per questo il messaggio di leggerezza che porta è così prezioso e importante per noi: è una leggerezza riconquistata col tempo e col lavoro sui noi stessi.
Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per la vostra formazione musicale e perché?
Difficile citarne solo tre! Sicuramente “Maison Maravilha” di Joe Barbieri: un album che, quando ci siamo conosciuti, ci sembrava parlasse proprio di noi. Questo disco è diventato proprio un pezzo della nostra vita, legato a tantissimi ricordi insieme. Quello di Joe Barbieri è stato anche uno dei primi concerti visti insieme. Poi “Worldwide Underground” di Erykah Badu, un’artista che è tra le preferite di Marianna. Questo album è un vero caposaldo della nostra formazione musicale e sempre tra i nostri ascolti. Infine “Strange Days” dei Doors: un album che include canzoni incredibili e innovative, con testi suggestivi e la capacità di essere voce dello stato d’animo dei tempi.
Ultima domanda: se foste un drink, quale sareste e perché?
Un bel Gin Tonic, con la nota speziata del ginepro che racconta di viaggi e di luoghi da esplorare, di apertura al mondo, e quella fresca del limone, che porta leggerezza, ma anche la suggestione del sole e della maturazione al sole, che richiede tempo e pazienza.
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