Johnny Cash, il famoso The Man In Black, è stato uno degli artisti più importanti nella storia della musica americana post-bellica. E’ venuto a mancare il 12 settembre 2003 dopo una vita di soddisfazioni, ma anche di difficoltà. Andiamo a ripercorrere insieme la sua storia.
Johnny Cash
J.R. Cash nacque a Kingsland, in Arkansas, il 26 febbraio 1932. La sua infanzia non fu semplice. Nel 1944 suo fratello Jack morì ucciso da una sega elettrica. Il padre incolpò Johnny, arrivando addirittura a dirgli che avrebbe preferito che a morire fosse lui. Questo avvenimento lo porto a chiudersi ancora di più in se stesso e a trovare sollievo solo nella musica. Dagli anni Cinquanta agli anni Settanta fu in assoluto il più grande autore e interprete della musica country, nonostante uno stile e delle tematiche molto lontane dal resto della scena mainstream.
Ha avuto diversi problemi con la legge finendo spesso in carcere, ma mai per più di una notte. Un animo fragile e una serie di avvenimenti lo hanno portato al uso eccessivo di droga e farmaci, fino ad un tentativo di suicidio nel ’68.
All’apice della carriera, nei primi anni Settanta iniziò anche una carriera del mondo del cinema. Sul finire del decennio iniziò a essere vittima di gravi problemi cardiaci. Venne sottoposto nel 1988 a un intervento di doppio bypass coronarico. Si trattò del primo di una lunga serie di problemi di salute, che lo costrinsero negli ultimi anni di vita a muoversi su una sedia a rotelle.
l 15 maggio 2003 morì, a poco meno di 74 anni, la moglie di Johnny, June. Nel settembre dello stesso anno, l’artista fu ricoverato al Baptist Hospital di Nashville per alcune complicazioni dovute al diabete. Morì il 12 settembre a 71 anni.
Ero qualche curiosità che forse non sapevi su Johnny Cash
Empatizzava con un mostro
Da ragazzo, Cash rimase affascinato dal film originale di Frankenstein. Per lui, il mostro era un personaggio empatico, qualcuno “creato con parti pessime ma che provava a essere buono”.
Man In Black
Nonostante Cash scrisse l’iconica canzone Man in Black per spiegare la coscienza sociale dietro alle sue scelte del guardaroba (“Giusto per ricordarci di tutti di quelli che sono nascosti”), di fatto scelse il nero perché era più facile da tenere pulito nei lunghi tour. All’inizio della carriera, le band prima di lui lo presentavano sul palco come “Il becchino”.
I concerti
Iniziava i suoi concerti con la frase: “Hello, I’m Johnny Cash“.Dopo la brevissima presentazione, cantava quasi sempre Folsom Prison Blues, brano del 1957. Il pezzo in poco meno di tre minuti riesce a combinare i contesti musicali del folk con le atmosfere del viaggio e della prigionia.
Bob Dylan
Strinse una grande amicizia e collaborazione con Bob Dylan. Cash e il cantautore statunitense, legati da reciproca stima e ammirazione, collaborarono per lungo tempo. I due registrarono venti canzoni che apparirono nel bootleg Big River, The Nashville Session. Un brano apparì anche nell’EP Nashville Skyline di Bob Dylan. (Girl from the North Country).
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