Leiden: “Vorrei essere un Gin tonic… semplice e trasparente”

Fuori dal 15 settembre il nuovo singolo del progetto di Leiden.  Un nuovo capitolo per il cantautore urban di Pescara che pone ufficialmente fine all’estate con un brano pop EDM con influenze disco dance anni ’90, condito con sentimenti dolce-amari e con la produzione di VIANI.

Il racconto di una serata tra amici, dedicata agli ultimi romantici, a chi si fa salvare dai coinquilini, a chi è lontano da casa e a chi ama ancora.  La canzone scritta in chiave ironica e giocosa è lo storytelling di una serata alcolica a Milano.

Abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui, a partire come sempre dai suoi tre dischi fondamentali.

Leiden intervista

Leiden intervista

 

Quali possono essere tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E per quale motivo?

Parto col dire che ascolto un sacco di musica diversa e raramente mi affeziono ad un’artista, un mio grande lato negativo è che approfondisco poco, entro in fissa con una roba un mese e poi skippo.
Questi tre album sono quelli che ho consumato davvero e che hanno piantato un semino dentro me.
1- Mr Simpatia (Fibra)
Disco geniale, malato, disperato, l’ultimo tentativo prima di mollare.
2-Mezzanine (Massive Attack) Crescendo emotivi assurdi.
3- Hai paura del buio (Afterhours)
Le strutture, memorabili ma sperimentali, fighissimo.

Come ti vivi la competizione con i numerosissimi singoli che escono ogni settimana? Hai mai paura di rimanere “nascosto”?

La paura di rimanere nascosto c’è eccome, prima era molto più costante, ad oggi si fa sentire a tratti, torna a bussare soprattutto quando rimango fermo per un po’.
Ultimamente la sto combattendo semplicemente preoccupandomi meno di quello che fanno gli altri e proseguendo dritto per la mia strada, se deve essere sarà, tutto qui.

Milano è ancora una città favorevole per fare musica? Quali sono i luoghi che ritieni possano favorire gli incontri musicali?

Una delle cose che ho notato a Milano è che capita spesso parlano con le persone capita che molti facciano musica, o comunque lavorino nel campo artistico, cosa che a Pescara è molto più rara. Detto questo non penso sia fondamentale essere a Milano per fare musica, ma sicuramente ti da un bel “boost”, sai che c’è molta competizione e ti dai da fare il triplo per emergere.
Bellezza, Santeria, Magnolia, Yellow Square…ci sono un sacco di posti carini e situazioni qui a Milano che favoriscono gli incontri con altri artisti, poi c’è la music week che è una settimana pazzesca.

 Ci descrivi un tuo tipico momento di leggerezza?

Techno in spiaggia al tramonto, drink in una mano e sigaretta nell’altra, Simone (il mio migliore amico) ubriaco che balla e dice cose.

Ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti, e perchè?

Vorrei essere un Gin tonic, semplice e trasparente;
Però sento di essere più un Negroni: ingredienti diversi che messi insieme non sono facilissimi da mandare giù.
Consapevole di questo, c’è da dire che il Negroni si adatta alla situazione nella quale viene bevuto, è un drink empatico e può essere un ottimo alleato, sia in serata che nei momenti più riflessivi.
Lacrime e sorrisi.

Leggi anche -> “Måneskin, Honey are you coming? il nuovo singolo e il tour”

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