Eccoci di nuovo qui a parlare dei Six Impossible Things, questa volta il centro delle nostre attenzione è il loro nuovo EP “The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living” è il titolo del progetto, nome lunghissimo ispirato a un’opera del 1991 di Damien Hirst, artista inglese di spicco della generazione degli Young British Artists. L’opera consiste in uno squalo tigre preservato nella formaldeide esposto in una vasca con pareti di vetro.
Six Impossible Things – The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living
Cinque brani che spaziano tra dream pop, rock e indie pop. La malinconia sembra essere il grande fil rouge dell’EP. Lo stesso titolo richiama un senso di impotenza e malinconia. Ho ascoltato questo lavoro più e più volte e ad ogni ascolto mi innamoravo di più. La voce della cantante ti entra dentro e la melodia sembra riportarci in contatto con l’espressione più intima di noi stessi. “Happy” è sicuramente un bel brano, come già avevamo accennato, ma non posso resistere a “Lemme Give Your Heart a Break“. Una delle canzone più belle del disco, non c’è bene un perché semplicemente funziona dall’inizio alla fine. Molto diversa dalle altre è “Twenty Something” per il suo stile più crudo e rock, ma proprio per questo non mi dispiace. Quasi psichedelico e futuristico è il brano “Mind Forg’d Manacles”, forse quello che mi piace meno. Bello quasi come “Happy” c’è il brano di chiusura “What’s Left of Me“.
L’EP esplora tematiche legate all’isolamento, alla nostalgia e ai propri demoni interiori, narrate attraverso le sonorità sadcore del gruppo.
In conclusione? Questo EP è spettacolare. Riesce ad emozionare, coinvolgere e fare esplorare mondi diversi e profondi. Non ci si stanca mai di ascoltarlo!
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