Fuori i il nuovo singolo de IL METZ dal titolo “Bocca di cartone”. Un nuovo capitolo che pone metaforicamente fine all’estate, un brano spensierato dal retrogusto nostalgico per la firma del cantautore meneghino che ci riconduce in un mondo a tinte pastello fatto di amori che gradirebbero la regia di Woody Allen, nuovi inizi e di tutte le bugie a fin di bene che diciamo prima di un bacio estivo.
Noi lo abbiamo intervistato, partendo come sempre dai suoi dischi fondamentali.
IL METZ
Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E per quale motivo?
Ci sono tantissimi dischi che mi hanno influenzato però se dovessi sceglierne solo 3 direi al n1 “in Rainbow” dei Radiohead perché mi completamente flashato per anni. Tutto in quel disco mi affascina; i testi, i suoni delle chitarre, il pianoforte stortissimo di alcuni brani. Insomma un capolavoro.
Al n2 metterei “Acidi e Basi” dei Bluvertigo. Morgan e compari per me sono stati sempre una grande ispirazione e mi hanno permesso di conoscere tramite loro anche artisti più vecchi come Battiato. Con Morgan poi ho scoperto la mia passione per Luigi Tenco.
Ci racconti la tua esperienza al CPM e più in generale con lo studio della musica? Com’è andata? Rifaresti tutto come hai fatto durante il tuo percorso?
Io ho iniziato da piccolo a studiare musica alla civica Donizetti di Sesto SG. Li ho avuto la fortuna di studia con L. Bodini Mazza, una grandissima pianista, anche se allora ero piccolo e un po’ non la sopportavo. Lei però mi insegnato molto sulla disciplina e l’impegno nella musica. Poi sono passato al CPM perché volevo capire come comporre musica e non sono fare l’interprete.
Devo dire che l’esperienza si è conclusa nei 3 anni ma non è andata avanti oltre in quanto ho sempre trovato un ambiente molto da musicista e poco per i compositori ehehehe era il ca il 2000 , forse oggi le cose sono cambiate.
Comunque sono convinto del fatto che rifarei di certo tutto di questo percorso perché mi ha portato ad avere delle competenze nella composizione che mi permettono di dare sfogo ad ogni mia idea. Per me la tecnica è solo il mezzo per raggiungere le proprie idee musicali e non un limite come spesso si pensa.
Che ne è dei Lekka, band con la quale ti abbiamo conosciuto?
Proprio ultimamente siamo ritornati dal vivo con un set in cui siamo solo io e Luca Piana. Con lui collaboro ancora spesso nei miei brani; Luca ancora mi aiuta molto nei mix ed è una delle prime persone che ascolta i miei brani quando li scrivo-
Tra le tue collaborazioni anche quella con Lelio Morra o gli Herbadelici. Qualche aneddoto particolare che non hai mai raccontato a nessuno?
Con Lelio e Herbadelici ho partecipato principalmente come tastierista e corista. Beh con Herbadelici avrei una serie di aneddoti incredibili perché eravamo una bella band di scappati di casa ahaha
Una volta al Carroponte aprivamo Orlando Julius; insomma avevamo già bevuto tutto il cathering prima del loro arrivo e si sono ritrovati i frigo vuoti ehehe OPS
Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perchè?
Mah sicuramente un GIN TONIC; forse perché è fresco ma amaro o forse perché ne bevo cosi tanti che potrei trasformarmi in un GIN TONIC vero e proprio.
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