Esce venerdì 29 settembre 2023 “Pensare”, il nuovo singolo di Marsenio, pseudonimo di Manuel Fronterrè. A un anno di distanza dalla sua ultima pubblicazione, l’artista siciliano torna a collaborare con la cantante Caterina Catalano per regalarci un brano rap introspettivo dalla sonorità rock, nel quale l’artista racconta l’impatto negativo che hanno avuto su di sé certi pensieri ossessivi che lo hanno accompagnato durante un lungo periodo della sua vita.
Marsenio intervista
È passato un anno dalla tua ultima pubblicazione. Cosa è successo nel frattempo?
Nell’ultimo anno ho preferito prendermi una pausa per dedicare un po’ più di tempo a me stesso. Ho sentito il bisogno di ascoltarmi di più e di vivere nuove esperienze al di fuori della musica. Ho trascorso gran parte delle mie giornate a lavorare, studiare, leggere, fare attività fisica e stare accanto alle persone a cui voglio bene. Ho anche partecipato ad eventi, viaggiato, ascoltato tanta nuova musica e scoperto tanti nuovi artisti grazie ai quali ho potuto ampliare le mie conoscenze musicali.
Come è nata la tua collaborazione con la cantante Caterina Catalano?
La collaborazione con Caterina Catalano è nata in maniera del tutto naturale e spontanea. Terminata la fase di scrittura di tutti i brani del disco (compreso “Pensare”) mi sono messo alla ricerca di una cantante dal timbro di voce cristallino a cui affidare la registrazione di tutte le parti melodiche dei brani. Quindi, ho dato un’occhiata ai vari annunci presenti sul web e mi sono imbattuto nel suo profilo. Lei era alla ricerca di un nuovo progetto musicale ed io le ho proposto il mio. L’intesa è stata immediata: è stato sufficiente incontrarsi un paio di volte per capire che eravamo sulla stessa linea. E così, nel giro un paio di settimane ci siamo ritrovati in studio per registrare tutto!
Nel tuo ultimo brano “Pensare” si fondono sonorità rock e rap. Come motiveresti questa scelta?
La scelta della sonorità rock su “Pensare” è dipesa dalla mia volontà di dare una maggiore carica al brano. Nel brano parlo di un periodo molto difficile della mia vita, per questo ho preferito dargli una sonorità leggermente più energica in modo da renderlo un po’ meno malinconico di quanto non fosse in realtà: volevo che alle orecchie dell’ascoltatore suonasse come un brano di rinascita anziché di totale rassegnazione.
Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per la tua formazione musicale e perché?
Per me i dischi sono qualcosa di mutevole. Tutto ciò che ascolto lo ritengo fondamentale perché in un modo o nell’altro mi lascia sempre qualcosa, anche quando è poco. Se dovessi sceglierne 3 che mi hanno veramente dato tanto ti direi: “Deltron 3030” (rap sperimentale) dei Deltron 3030, “Slowly Fading” (elettronica) di Yakamoto Kotzuga e “The Turning Year” (ambient) di Roger Eno. Tre dischi che al primo ascolto mi hanno un po’ “destabilizzato”, nel senso che mi hanno fatto riflettere e rivalutare certi aspetti del modo di fare musica che fino a prima di quel momento ignoravo.
Ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti e perché?
Se fossi un drink sarei la Piña Colada: quando lo bevo mi vengono in mente i ricordi di un bellissimo periodo del mio passato di quand’ero molto più spensierato ed energico e riuscivo a vivere tutte le esperienze con il massimo dell’entusiasmo.
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